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I danni dell'alluvione

«Il Museo di Campotto non riapre». L’acqua ha cancellato ogni cosa

Nicola Vallese
«Il Museo di Campotto non riapre». L’acqua ha cancellato ogni cosa<br type="_moz" />

Il sindaco Baldini: «Ci vorranno due o tre anni per ridargli vita»

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Campotto Situazione peggiore del previsto per il Museo delle Valli di Campotto che non vedrà un pieno ripristino prima di almeno due o forse anche tre anni. Tra i vari punti trattati nel corso del consiglio comunale che si è tenuto l’altra sera ad Argenta, ci è stato il riconoscimento del debito fuori bilancio in ordine ai servizi di somma urgenza per il primo ripristino a tutela del museo a seguito dell’alluvione del 20 ottobre 2024.

I danni causati dall’evento, a quanto pare, sono stati più pesanti di quel che si temeva, tanto che, come specificato dal sindaco Baldini e dalla segretaria comunale, Valeria Villa, la Soprintendenza archeologica Belle arti e paesaggio è riuscita ad effettuare un sopralluogo solo a febbraio. «A seguito di ciò – ha dichiarato Villa – è stata valutata la necessità di procedere con urgenza agli interventi di sfangamento, un primo trattamento delle muffe parietali, pulizie con un trattamento antifungino della collezione antropologica e relativo trasferimento in un laboratorio di restauro». Sorpresa e critica l’opposizione con i consiglieri Nicola Fanini (Fratelli d’Italia) e Gabriella Azzalli (Argenta Rinnovamento) che hanno messo in discussione i tempi non esattamente celeri impiegati per il raggiungimento dell’area e la conseguente stima dei danni. Ma, come ha spiegato il primo cittadino, «non siamo ancora in grado di intervenire nella zone del museo che si trova in un triangolo detto di Bassarone e già da lì si può immaginare come l’acqua faccia fatica ad andare via».

Danni ingenti Sostanzialmente, quindi, il luogo in cui si trova il museo risulta essere ancora impraticabile e il Comune non farà alcun intervento nel cortile. «La rottura dell’Idice – ha proseguito Baldini – ha portato tutti i sedimenti che sono usciti con le 3 piene che hanno intasato tutto il sistema di scolo dell’area. Quindi, ogni qualvolta vengono anche solo 5 millimetri, si riallaga nuovamente tutta la parte esterna del museo che probabilmente sarà l’ultima in cui si riuscirà ad entrare per fare i lavori della rete secondaria». Sempre il sindaco ha spiegato che l’allestimento del pianterreno del Museo delle Valli non esiste più. «È da buttare via – ha annunciato Baldini – ma non perché siamo entrati tardi. Fossimo arrivati anche 5 minuti dopo non sarebbe cambiato nulla. Dobbiamo iniziare a ragionare sul fatto che bisogna reperire delle risorse per fare nuovamente l’allestimento e per mettere il museo nelle condizioni di essere riaperto».

Gli interventi che erano già stati previsti, come per esempio la scala d’accesso al primo piano, andranno comunque avanti ma in alcuni casi (vedi il piazzale esterno) dovranno subire giocoforza una rimodulazione. Si tratta di una risoluzione molto complessa che, come ha evidenziato il sindaco stesso, vedrà una risoluzione non prima dei prossimi due o tre anni, ma si tratta di tempistiche da valutare. Il museo era andato completamente sott’acqua in quella che è stata una della giornate più nere per il territorio argentano. E non solo.l

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