La Nuova Ferrara

Ferrara

L’inchiesta

Kleb Basket Ferrara, 4 indagati per un fallimento da 2,6 milioni di euro

Daniele Oppo
Kleb Basket Ferrara, 4 indagati per un fallimento da 2,6 milioni di euro

La Procura ha chiuso le indagini e individuato negli ex presidenti Bulgarelli, D’Auria e Miozzi i principali responsabili: adesso sono accusati del reato di bancarotta

3 MINUTI DI LETTURA





Ferrara Sono quattro le persone indagate per il fallimento del Kleb Basket Ferrara, la società di pallacanestro ferrarese nata nel 2017 dalle ceneri della Pallacanestro Ferrara 2011 (che comunque rileva nell’indagine) e scioltasi nel 2023, a campionato di Serie A2 in corso. Si tratta degli ultimi tre “presidenti”, compreso il fondatore, ovvero l’imprenditore ferrarese Fabio Bulgarelli, il suo successore Francesco D’Auria (e il fratello Antonio, con una posizione minore) e, infine Marco Miozzi, presidente dopo la “cacciata” di D’Auria e fino alla dichiarazione di liquidazione giudiziale della società (in altri termini: il fallimento) dichiarata dal Tribunale di Ferrara il 2 maggio del 2023. Tutti e tre sono accusati del reato di bancarotta, anche se differenziato per tipo e per condotta contestata. L’indagine, chiusa in realtà qualche mese fa ma di cui si ha conoscenza solo ora, è stata condotta dalla Guardia di finanza di Ferrara e coordinata dalla sostituta procuratrice Isabella Cavallari.

Bulgarelli Per spiegare le contestazioni andiamo in ordine cronologico di controllo della società. A Bulgarelli, la Procura associa una presunta bancarotta fraudolenta per aver provocato, in qualità di amministratore unico, il dissesto della società con condotte riferite agli anni in cui ancora si chiamava Pallacanestro Ferrara 2011. Tre 2014 e 2017, infatti, avrebbe omesso sistematicamente di versare le imposte accumulando un grande debito nei confronti dell’Agenzia delle Entrate. La progressione parte da 10.562 euro e arriva, al 2017, fino a 777.608 euro.

I D’Auria Dalle indagini si evince che questo debito con il Fisco si sia trascinato anche con il nuovo corso di Francesco D’Auria, iniziato a metà del 2018, che aveva rilevato la società assumendo le cariche prima di amministratore delegato e poi di presidente della Consiglio di amministrazione (il periodo va dal 15 giugno 2018 al 23 settembre del 2022). Anche lui è indagato per aver provocato il dissesto del Kleb omettendo di versare le imposte, in continuità dunque con la gestione Bulgarelli, accumulando un debito con il Fisco che è esploso fino a oltre 2,6 milioni di euro. Ma l’ex presidente, che per un periodo aveva alimentato i sogni di rinascita del basket ferrarese, è indagato anche per altre condotte legate all’accusa di bancarotta fraudolenta per distrazione. In particolare avrebbe “privilegiato” quattro istituti di credito (Cassa Padana, Inesa San Paolo, Bpm e Mps) per ripianare alcuni mutui e piani di rientro per un importo di 283.361 euro, favorendo le stesse banche ma violando la par condicio creditorum, in un momento in cui la società era, così sostengono gli inquirenti, già in stato di decozione. Insieme al fratello, è indagato per aver distratto anche un’automobile Toyota Yaris, D’Auria è indagato, infine, anche per il reato di bancarotta semplice, perché la società, nel corso della sua gestione, non avrebbe correttamente tenuto il libro degli inventari.

Miozzi Stessa contestazione di bancarotta semplice per la mancata compilazione del libro degli inventari, viene mossa dagli inquirenti all’ultimo amministratore prima della dichiarazione di fallimento, ovvero a Marco Miozzi.

«Abbiamo chiarito la nostra posizione, adesso confidiamo nell’archiviazione», le parole dell’avvocato Alberto Bova, che assiste Bulgarelli. Nessuna dichiarazione è stata rilasciata dal difensore dei D’Auria, l’avvocato Matteo Murgo, mentre non è stato possibile parlare con l’avvocato Simone Zambelli che assiste Miozzi.