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L'inchiesta

Bimbo morì schiacciato dal trattore, archiviata l'indagine sul padre

Daniele Oppo
Bimbo morì schiacciato dal trattore, archiviata l'indagine sul padre

Il giudice ha accolto la richiesta del pm: nessuna responsabilità nella tragedia in cui il piccolo Alessandro Bruttomesso trovò la morte

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Ferrara Tutto archiviato e un peso enorme che scivola via dalle spalle già cariche della famiglia Bruttomesso. Il giudice delle indagini preliminari Danilo Russo ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dalla sostituta procuratrice Barbara Cavallo in merito all’inchiesta aperta per la morte del piccolo Alessandro Bruttomesso, il bambino di 7 anni schiacciato dal trattatore guidato dal padre nel cortile della casa-azienda agricola di famiglia. La tragedia, lo si ricorderà, è avvenuta il 5 giugno dell’anno scorso, nel tardo pomeriggio ormai sera, in via Cento, a Porotto, al confine tra Ferrara e Vigarano Mainarda. Fu un dolore immediato e profondo per la comunità, in particolare per quella vigaranese dove la famiglia ha le radici e dove Alessandro andava a scuola. Il sindaco Davide Bergamini proclamò subito il lutto cittadino.

In contemporanea, la Procura di Ferrara aveva avviato un’indagine per capire se vi fossero responsabilità di tipo penale. Il padre di Alessandro, che era alla guida del trattore, venne iscritto nel registro degli indagati per l’ipotesi di reato di omicidio colposo (e non stradale, essendo avvenuto l’incidente all’interno di una corte privata dove non vige il Codice della strada) ed è stato assistito dagli avvocati Simone Bianchi e Giuliano Onorati.

A togliere ogni dubbio, la consulenza tecnica affidata dalla Procura all’ingegner Alfonso Micucci, chiamato a ricostruire la dinamica dell’incidente e stabilire se fosse inevitabile adottando tutte le accortezze richieste. Ebbene, non lo era. In nessun modo, ha spiegato il consulente, pur con tutta la diligenza richiesta – e che non è mancata – il padre del bambino avrebbe potuto impedire il verificarsi della tragedia. Secondo la ricostruzione, il piccolo Alessandro– che pure era stato ammonito dalla nonna di non andare oltre il portico di casa perché era pericoloso, proprio per la presenza del trattore in manovra – è sbucato dal lato di un fabbricato usato come deposito, percorrendo con la bici circa un metro e mezzo. Una frazione di secondo, un angolo cieco per quel tipo di mezzo agricolo, nessuna possibilità di reazione per il padre. Non poteva fare nulla né per evitare né per mitigare l’impatto, perché non poteva notare la presenza del figlio in tempo utile a reagire. Non ha avuto responsabilità. La procura aveva chiesto di archiviare tutto già lo scorso ottobre e qualche settimana fa il gip ha accolto la richiesta. Almeno una piccola ferita, in tutto il dolore che rimane, si può dire ricucita.