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Il caso

Assassinò il figlio di un anno, perizia sulla mamma ma stavolta per stalking

Alessandra Mura
Assassinò il figlio di un anno, perizia sulla mamma ma stavolta per stalking

Condannata per l’omicidio del piccolo, Amanda Guidi è ora accusata di lesioni e stalking. Il giudice ha disposto una valutazione psichiatrica per l’aggressione all'ex, avvenuta in un bar a Portomaggiore

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Portomaggiore Al processo per l’omicidio del figlio di un anno era stata ritenuta capace di intendere e volere, seppure affetta da un grave disturbo di personalità. Ora Amanda Guidi, di nuovo a giudizio per stalking e lesioni ai danni dell’ex compagno, sarà sottoposta a un’altra perizia psichiatrica. Lo ha disposto ieri il giudice che conferirà l’incarico a un professionista alla prossima udienza fissata per il 28 marzo. Nel corso del dibattimento le difese (avvocati Marcello Rambaldi e Alessio Lambertini) avevano sottolineato lo stato di vulnerabilità psicologica dell’imputata, producendo una corposa documentazione medica che attesta un disturbo di personalità di tipo borderline, già emerso al processo per infanticidio concluso con una condanna a 22 anni, poi ridotta a 14 anni e 8 mesi in appello.

Il 19 giugno dell’anno scorso, dopo che era già stata pronunciata la sentenza di primo grado, Amanda Guidi era stata arrestata insieme al suo nuovo compagno dai carabinieri per un’aggressione avvenuta in un bar di Portomaggiore ai danni del suo ex, finito all’ospedale per le botte ricevute e ora parte civile con l’avvocato Gianluca Filippone. Ma l’uomo non era stato l’unica vittima della violenza di quella sera. Una testimone che aveva assistito alla scena dalla finestra ieri ha riferito che Amanda aveva aggredito anche un’altra cliente del bar, sua conoscente, quando l’ex compagno era già a terra dolorante per i colpi ricevuti. La malcapitata, però, non ha sporto denuncia.

All’udienza precedente l’ex compagno aveva invece descritto il periodo turbolento che era seguito alla fine della relazione, dichiarando che non poteva nemmeno più camminare tranquillamente per Portomaggiore perché incontrava l’imputata e il nuovo compagno dappertutto, e ogni volta erano minacce e insulti. Offese che la donna gli faceva arrivare utilizzando il telefono di conoscenti, dopo che lui aveva bloccato il suo numero. Condotte che hanno delineato il reato di stalking, per il quale l’imputata si trova tutt’ora in carcere, mentre per le lesioni era stata chiesta la misura del divieto di dimora.

Alla prossima udienza di fine marzo, oltre a un’altra testimone dell’accusa (pm Longhi), è previsto l’esame dell’imputata e il conferimento dell’incarico al professionista che dovrà stabilire se la donna al momento dell’aggressione ai danni dell’ex, preso a bottigliate e colpito con una sedia di metallo, era in grado di intendere e volere.