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L’inchiesta

Strade al veleno in provincia di Ferrara, chieste condanne per inquinamento

Daniele Oppo
Strade al veleno in provincia di Ferrara, chieste condanne per inquinamento

Molti Comuni del Ferrarese sono costituiti parte civile

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Ferrara Due anni di reclusione per ciascuno, con pena sospesa, e richiesta di confisca di beni per un equivalente di 6 milioni di euro per il ripristino ambientale. Queste le richieste di pena presentate dal pubblico ministero Giovanni Zorzi nel processo che si sta celebrando da anni a Verone sulle cosiddette “strade al veleno” che vede coinvolti, come danneggiati, molti Comuni del Ferrarese: il capoluogo, Argenta, Bondeno, Vigarano Mainarda, Copparo, Codigoro, Poggio Renatico, Terre del Reno, Comacchio e Mesola. Al centro del processo vi è l’uso di materiale di scarto, considerato rifiuto, nella realizzazione di un particolare conglomerato usato per le strade interpoderali – le “strade bianche” – e per questo venduto a prezzi molto bassi. In sostanza, la ditta Tavellin Green Line utilizzava dei materiali di scarto prodotti dal Consorzio Cerea di Verona (aziende facenti capo all’imputato Giuseppe Domenico Tavellin) per la produzione del conglomerato, chiamato “concrete green”, mischiato a cemento, non in quantità sufficiente da inertizzare il materiale di scarto. In sostanza, il materiale di rifiuto veniva trattato senza le necessarie autorizzazioni e immesso nell’ambiente, usandolo nelle strade interpoderali. Il materiale venne trovato nei terreni del secondo imputato, Luciano Manfrini, che l’aveva usato proprio per le strade di suo interesse, nel comune di Tarcenta, in provincia di Rovigo. Un terzo imputato, considerato il procacciatore dei clienti, invece, è deceduto a processo in corso e per lui è stato chiesto ovviamente il non luogo a procedere. Per il pm Zorzi nessuno dei due imputati merita la concessione delle attenuanti generiche. Nei loro confronti, si sono costituiti parte civile decine di Comuni nei quali il concrete green è stato usato.

Tra questi, i Comuni di Ferrara e Argenta (assistititi dall’avvocato Riccardo Caniato), e poi Bondeno, Vigarano Mainarda, Copparo, Codigoro, Poggio Renatico e Terre del Reno (assistiti dall’avvocato Denis Lovison) e, infine, Comacchio e Mesola (assistiti dall’avvocato Sebastiano de Feudis). I legali si sono associati alle richieste del pubblico ministero e chiesto il risarcimento del danno. La norma che punisce il traffico illecito di rifiuti, contestato in questo processo, in caso di condanna si dovrebbe procedere anche al ripristino dello stato ambientale, considerato però impossibile nel caso di specie. Il pm ha chiesto la confisca dei 6 milioni di euro stimati come l’ingiusto profitto ottenuto dagli imprenditori. Le arringhe difensive sono in calendario il 9 luglio, giorno nel quale dovrebbe arrivare anche la decisione del giudice monocratico di Verona,