Ferrara, accordo sul termovalorizzatore. Un tesoretto da 2,6 milioni
Hera verserà al Comune gli oneri ambientali degli ultimi 5 anni e fino al 2029. Balboni: «Una nostra vittoria, useremo i soldi per migliorare la vita dei cittadini»
Ferrara «Siamo un’anomalia in tutta Italia, ma da oggi questa convenzione riporta Ferrara alla normalità e ad una condizione di equità». Alessandro Balboni, vicesindaco con delega all’Ambiente, si sistema sulla giacca una spilla di merito e, fianco a fianco con il dirigente del Servizio ambientale Alessio Stabellini, espone il caso e il traguardo raggiunto anche grazie al dialogo costante (durato anni) e l’accordo trovato con Hera: «Sono soddisfatto di aver finalmente recuperato, dopo anni di lavoro e verifiche, una situazione assurda. Con l’accordo sottoscritto, oggi Hera – la multiutility che sul territorio ferrarese gestisce, tra gli altri, il servizio rifiuti, ndr – restituisce alla città gli oneri degli ultimi cinque anni, che non sono imposti per legge». Si tratta di una redistribuzione dei profitti legati al trattamento dei rifiuti speciali non pericolosi presso l’impianto di termovalorizzazione in via Cesare Diana, con i proventi a partire dal 2021 che adesso passano direttamente dalle casse di Hera a quelle del Comune di Ferrara. La cifra? «Ben 2,6 milioni di euro – illustra Balboni – che verranno investiti a favore di tutti i cittadini». Ma non è finita qui, perché «d’ora in poi la multiutility verserà a Ferrara oneri annuali per oltre mezzo milione di euro».
Questione di scelte Eppure, tutto ciò sarebbe dovuto essere la prassi: infatti, in Italia i soggetti privati che gestiscono i termovalorizzatori restituiscono ai Comuni una parte dei loro proventi. Accade anche vicino a noi, in molte città dell’Emilia Romagna, vedi Modena, Granarolo dell’Emilia, Piacenza, Parma e Rimini, che da anni usufruiscono dell’indennizzo per il disagio ambientale. A Ferrara, invece, fino ad oggi non era così.
La motivazione per aver rinunciato a questi oneri compensativi? «Una scelta politica – spiega il vicesindaco –: chi ha amministrato la nostra città fino al 2019 non ha mai chiesto ad Hera di restituire una quota dei profitti. Qualcuno ha deciso, e non capisco il perché, di lasciare a Hera milioni di euro. Questi soldi sarebbero potuti essere investiti in servizi, infrastrutture e opere a beneficio di tutti i cittadini – ammonisce –. Oneri che giungono se sollecitati e sostenuti da una forte convinzione politica: noi l’abbiamo avuta e questo rappresenta un segnale di forte discontinuità rispetto al passato. Penso che la cittadinanza lo auspicasse».
L’iter Traguardo raggiunto, dunque, per l’amministrazione Fabbri, che già dallo scorso mandato aveva avviato l’iter per ottenere la redistribuzione dei profitti da parte della multiutility. «Senza il mio intervento questo tesoretto sarebbe rimasto nei conti di Hera, invece così li spenderemo per il bene della città», annuncia ancora Balboni.
Il percorso parte appunto negli anni del Fabbri I, quando gli esiti dei monitoraggi delle emissioni in atmosfera ed ambientali evidenziano «una sostanziale invarianza degli impatti ambientali generati nel tempo», riferisce un documento comunale. Nessuna variazione delle emissioni, quindi, così come posto in clausola dal Comune a fronte dell’aumento dei rifiuti da trattare (da 130mila a 142mila tonnellate, quota massima comunque già prevista dalla Valutazione di impatto ambientale risalente al 2002) nell’impianto di via Cesare Diana: un incremento voluto da Hera nel 2020, a cui il Comune si oppose ma la Conferenza dei Servizi (Arpae e Ausl) diede parere favorevole.
Viene così avviata una trattativa con Herambiente, volta a far riconoscere – come avviene in altri Comuni d’Italia – un’indennità per disagio ambientale per i rifiuti speciali non pericolosi, la cui quantificazione non è imposta per legge, ma viene lasciata all’eventuale iniziativa e contrattazione tra i singoli Comuni e l’ente gestore.
Fino ad oggi, Ferrara aveva ricevuto soltanto l’indennità per l’altro tipo di rifiuti trattati dal termovalorizzatore, quelli urbani. Rimborsi, tuttavia, già previsti per legge, pari a 4,15 euro a tonnellata da applicare al quantitativo annuo di rifiuti urbani o di quelli derivanti dal loro pretrattamento, ad eccezione di quelli provenienti dal Comune di Ferrara.
La convenzione Dopo la lunga trattativa avviata nel 2021 è arrivato l’accordo, che le parti si apprestano a firmare e presentato ieri dal vicesindaco Alessandro Balboni in una sessione straordinaria di Giunta e poi in conferenza stampa. Herambiente si è impegnata a riconoscere al Comune di Ferrara un indennizzo per disagio ambientale di nove euro per ogni tonnellata di rifiuti speciali non pericolosi. Profitti che saranno corrisposti a cadenza semestrale fino al termine del 2029, «con capacità di rinnovare la convenzione - sottolinea il vicesindaco -: risorse ingenti, circa 600mila euro all’anno, cifra che dipende dalla quantità di rifiuti trattati dall’impianto». Al Comune verrà versato anche tutto il credito pregresso maturato dal 2021 al 28 febbraio 2025, pari a 2,6 milioni di euro, liquidati entro e non oltre il 30 aprile 2025, e incamerati come variazione di bilancio.
Rinvestire I fondi recuperati verranno destinati a progetti di pubblica utilità, migliorando la qualità della vita dei cittadini e rafforzando l’impegno e l’attenzione del Comune nella gestione responsabile delle risorse. «Un tesoretto che investiremo sul territorio – conclude Balboni –, oneri di compensazione che se fossero stati riconosciuti fin dall’inizio dell’attività dell’impianto avrebbero rappresentato per la nostra città una risorsa molto importante. Non è ancora stato deciso come destinare i fondi recuperati: trattandosi di un volume cospicuo avremo un confronto interno alla giunta per destinarli». l
Francesco Gazzuola
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