Ferrara, litiga con il medico per una prescrizione: tensione in studio e arrivano i carabinieri
L’uomo pretendeva che venissero prescritte alcune visite alla madre. La direttrice delle Aziende sanitarie: «Un gesto che deve indignare e far reagire tutta la comunità»
Ferrara Singolare intervento dei carabinieri di Ferrara, che nel primo pomeriggio di ieri si sono portati a Pontegradella, contattati da un medico. Nello studio del professionista, infatti, era in corso un’accesa discussione con il figlio di una paziente. L’oggetto del contendere? La prescrizione di alcune visite specialistiche che il figlio - evidentemente assai premuroso e apprensivo - pretendeva per la madre. Di contro il medico riteneva che quella strategia non fosse adeguata e si opponeva.
Sono stati minuti complessi vista la tensione (verbale) che si è respirata in studio, ma l’intervento di una pattuglia dei carabinieri (foto d'archivio) ha quantomeno permesso di rasserenare gli animi. Non è dato sapersi se l’arrivo dell’Arma abbia convinto il figlio della paziente a fidarsi del professionista, ma l’accaduto rilancia con prepotenza la questione dei complessi equilibri tra medici e il malato che ormai tende a fare le autodiagnosi consultando internet.
Un episodio di aggressione verbale su cui si è espressa anche Nicoletta Natalini, Direttrice Generale Aziende Sanitarie ferraresi: «Esprimo a titolo personale, oltre che delle Aziende Sanitarie ferraresi, la mia più profonda e sentita solidarietà alla professionista coinvolta nell’episodio di violenza. Il medico di medicina generale è per sua natura il punto più prossimo alla popolazione e per questo primo riferimento elettivo per i suoi assistiti; rappresenta per questo una delle figure chiave da cui partire, in alleanza tra le persone, per ricostruire un patto di fiducia, tra professionisti e pazienti. Un gesto che deve indignare e deve far reagire tutta la comunità, oltre a chi opera in sanità».
Frequentemente, le aggressioni verbali e fisiche riguardano personale medico e sanitario ospedaliere, ma – come dimostra il caso riportato dalla Nuova Ferrara – non ne sono esclusi i medici di medicina generale e i professionisti che assicurano assistenza sul territorio. «Il fatto offre l’occasione per riflettere sulla necessità di riportare a livello generale la consapevolezza verso il lavoro di grande responsabilità svolto dal medico di famiglia e da tutto il personale medico – si legge in una nota delle Aziende sanitarie ferraresi –. La scelta delle terapie, degli accertamenti e indagini necessarie per conoscere ed esplorare le condizioni di salute di un paziente (fare diagnosi), è uno dei complessi compiti dei medici. Fa proprio parte di quel “patto”, di quella fiducia che sta alla base della relazione di cura, comprendere che spetta al medico, sulla base dell’appropriatezza prescrittiva, indirizzare il paziente nel percorso di cura. Lo si afferma spesso, ma è bene comunque ribadirlo, che la prescrizione inappropriata non fa mai bene: può fa male all’assistito (si pensi a farmaci non necessari, ad esami diagnostici superflui), riduce le possibilità di cura a chi ne ha davvero bisogno allungando la presa in carico, genera inefficienze e spreco di risorse. Fare propri questi principi significa ricostruire il patto di fiducia alla base di ogni relazione di cura, ristabilire ruoli e responsabilità consapevole che lo si fa per la propria salute ed al contempo per la salute ed il rispetto della comunità in cui viviamo, a partire dal personale sanitario».