La Nuova Ferrara

Ferrara

Sanità

Stop prestazioni pubbliche all’ambulatorio F Medical, cosa cambia

Andrea Mainardi
Stop prestazioni pubbliche all’ambulatorio F Medical, cosa cambia

Il direttore della struttura di Ferrara Di Mase: «Una volta riscontrata l’incompatibilità abbiamo invano avviato un dialogo con la sanità regionale per trovare un punto d’incontro. Legge anacronistica e a rimetterci saranno gli utenti»

2 MINUTI DI LETTURA





Ferrara Curarsi dove, come, quando e soprattutto quali sono i confini tra sanità pubblica e privata. Domande sempre più attuali tra l’utenza ma anche nell’ambiente medico, dove a tener banco è il vincolo di esclusività che per legge (n. 662 del 23 dicembre 1996) impedisce al personale dipendente del Servizio Sanitario Nazionale di esercitare anche la libera professione in strutture private accreditate (o convenzionate).

Nell’incrocio tra pubblico e privato attualmente è invece consentita la pratica opposta, detta intramoenia, ovvero i professionisti del Ssn possono svolgere attività privata solo nelle strutture ospedaliere al di fuori del regolare orario di lavoro. Da un lato molti professionisti del settore spingono per l’abolizione del vincolo che porterebbe una diversificazione delle esperienze ed un miglioramento delle competenze, senza tralasciare l’incentivo economico. Dall’altro però le strutture pubbliche, che già non brillano per le dimensioni dei propri organici, rischierebbero un ulteriore depauperamento. Questo dualismo si è riproposto all’F Medical, nota struttura privata della città che, in accordo con la commissione regionale, si è vista ritirare a febbraio l’accreditamento al Ssn concesso nemmeno un anno prima proprio per le incompatibilità tra le prestazioni lavorative.

Cosa cambia

Il poliambulatorio continuerà quindi a fornire solo la consuete prestazioni privatistiche. A fare il punto è il direttore di F Medical, dott. Stefano Di Mase: «Era stata la stessa azienda sanitaria a contattarci qualche anno fa per dirottare presso la nostra struttura alcune prestazioni come i prelievi, l’endoscopia e la diagnostica per immagini. Pertanto, abbiamo iniziato il complesso e dispendioso iter burocratico e strutturale per ottenere l’accreditamento presso il Sistema Sanitario Nazionale. Questa convenzione viene concessa in maniera preventiva e successivamente vengono fatte tutte le valutazioni di conformità. Abbiamo 78 professionisti che da anni lavorano nella nostra struttura e non avrebbe avuto senso rivoluzionare tutto l’organico».

«Una volta riscontrata l’incompatibilità abbiamo invano avviato un dialogo con la sanità regionale per trovare un punto d’incontro. Quella legge è anacronistica, dannosa – conclude Di Mase – e a rimetterci saranno ancora una volta i cittadini». Sulla situazione legislativa non si sbilancia il sindacato Anaao: «Le regole sono queste, vanno seguite e solo a livello nazionale si potrebbero apportare cambiamenti».