Biologo ucciso in Colombia, i guerriglieri: «Non c’entriamo con l’omicidio»
I paramilitari dell’Acsn negano responsabilità nel brutale omicidio del giovane di Longastrino. Il gruppo operativo della zona di Santa Marta ha pubblicato un video su X
Longastrino «Non c’entriamo con l’assassinio dell’italiano Alessandro Coatti». Con un video pubblicato sul social network X (l’ex Twitter) nella prima serata di giovedì, il gruppo paramilitare che si chiama Autodefensas Conquistadoras de La Sierra Nevada (abbreviato nella sigla Acsn) nega il proprio coinvolgimento nel brutale e ad oggi misterioso omicidio del biologo 38enne, ucciso in Colombia e il cui corpo è stato smembrato. Lo stesso gruppo paramilitare, nel video, ha condannato il crimine e chiesto alle autorità di fare piena luce su quanto accaduto e sulla spirale di violenza. Coatti si trovava in Colombia per turismo. Nei mesi scorsi aveva già visitato altri Paesi sudamericani come il Perù, l’Ecuador e la Bolivia. L’area di Santa Marta, dove soggiornava in un hotel, è un’area centrale tra diverse attrazioni turistiche e naturalistiche. Qui sono attivi i paramilitari delle Acsn, che sono stati uno dei primi sospettati per il brutale omicidio del brillante ricercatore di Longastrino, nato a Portomaggiore e che aveva studiato ad Argenta. Come riporta un articolo del quotidiano El Pais relativo proprio all’omicidio di Coatti, i paramilitari dell’Acsn sono attivi nell’area di Santa Marta dal 2021 e sono ritenuti autori di omicidi, sparizioni, traffico di droga ed estorsioni anche se si presentano come difensori delle tante ricchezze naturali dell’area dall’azione di altri gruppi armati – prevalentemente di “sinistra” – e trafficanti di droga. A inizio aprile vi era stato uno scontro armato con l’esercito colombiano e il gruppo ha sospeso i dialoghi di pace con il governo guidato Gustavo Petro.
Lo smembramento del corpo è considerata una “firma” degli omicidi compiuti dalle organizzazioni paramilitari colombiane. Ecco perché le parole dell’Acsn potrebbero essere lette come un tentativo di puntare il dito su un gruppo concorrente, conosciuto come El Clan del Golfo (Ecg), e attribuire a esso la responsabilità dell’omicidio. Da capire anche un altro dettaglio. Il corpo smembrato del 38enne è stato abbandonato in tre diversi punti della città, anziché nell’area rurale, e questo potrebbe essere un messaggio indirizzato alla comunità o agli altri gruppi armati. Un elemento importante, si spera, per individuare gli autori potrebbe essere il cellulare del ricercatore, che pare sia rimasto acceso per diversi giorni dopo la sua scomparsa. Dal segnale del Gps si potrebbero ricavare informazioni utili. Sul caso di Coatti stanno indagando le autorità locali (il sindaco della città ha promesso una ricompensa di 50 milioni di pesos colombiani, pari a circa 10mila euro), e la Procura di Roma ha aperto un fascicolo.