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Il dibattito

«Ferrara riconosce lo Stato della Palestina», ma sulle responsabilità belliche di Israele il Consiglio si spacca

Francesco Gazzuola e Marco Nagliati
«Ferrara riconosce lo Stato della Palestina», ma sulle responsabilità belliche di Israele il Consiglio si spacca

«Nulla si dice sulle azioni militari del Governo Netanyahu». Dopo tre ore e mezza di dibattito passa soltanto una delle tre mozioni. Lungo confronto anche sulla tensione in aula tra il sindaco Fabbri e i manifestanti, ieri assenti

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Ferrara Tre mozioni, tutte sullo stesso tema, ma con differenze che si sono rivelate sostanziali in fase di votazione. E alla fine «anche se non in piena condivisione da parte dell’assise comunale, qualche risposta ai cittadini è stata data», come sottolinea il consigliere Fiorentini. Ferrara riconosce lo Stato della Palestina. È questo il frutto di tre ore e mezza di dibattito in consiglio comunale e, dopo i noti fatti della scorsa seduta in cui si è assistito alla manifestazione in aula di un gruppo di pro-pal e all’accesso faccia a faccia tra il sindaco Fabbri e gli attivisti, un risultato si è comunque ottenuto. Passa la mozione della maggioranza, respinti invece i documenti della minoranza e del gruppo 5 Stelle, che a questo giro correva da solo. Eppure tutti e tre avevano diversi punti in comune: il richiamo al diritto internazionale e al diritto dell’autodeterminazione dei popoli, la risoluzione dell’Onu che ha conferito alla Palestina lo status di Stato osservatore non membro, il fatto che numerosi paesi dell’Ue abbiano già riconosciuto lo Stato di Palestina. Così come le mozioni erano concordi sulla necessità di separare gli atti terroristici dalla responsabilità della popolazione civile inerme nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania e sul ruolo fondamentale che il Comune di Ferrara può esercitare sia nel dibattito pubblico, sia nel farsi tramite rispetto al Consiglio dei Ministri, al Ministero degli Esteri e all’Europa.

Tuttavia, ciò che differenzia le mozioni sono le responsabilità che vengono attribuite, o taciute, agli attori del conflitto, Hamas o governo di Netanyahu. «Nel documento della maggioranza non vengono menzionate le conseguenze dirette delle azioni militari israeliane sulla popolazione civile di Gaza – fa notare Anna Zonari del gruppo La Comune –, noi invece abbiamo citato la distruzione di scuole, ospedali, case e il taglio deliberato di acqua potabile ed elettricità che mette a rischio la sopravvivenza delle persone».

Confronto fiume In precedenza l’atteso confronto tra maggioranza ed opposizione sui fatti accaduti in Consiglio il 24 marzo scorso quando ci fu baraonda partita dagli spalti, con tanto di sospensione dei lavori. Con annessa lite del sindaco Fabbri con alcuni esponenti della comunità palestinese presenti sulle tribunette. Scambio di slogan tra urla di “assassini, siete complici del genocidio e avete le mani sporche di sangue”; risposte del primo cittadino “semmai siete voi terroristi”. La nota ufficiale di condanna e difesa del sindaco è esplicitata da Massimiliano Guerzoni (Lega): «Quella orchestrata il 24 marzo era un’azione pianificata per impedire il dibattito con modalità intimidatorie». Massimo Buriani (Pd) pone sul tavolo un emendamento che intende modificare in parte la mozione: «Non condividiamo la ricostruzione effettuata – dice -; ovviamente ogni minaccia, ogni violenza e provocazione la condanniamo fermamente. Però chi riveste un ruolo istituzionale deve calmare gli animi: non attizzarli». Il riferimento, va da sé, è al sindaco Fabbri ed alla sua reazione infuocata.
La palla la raccoglie Anna Zonari (La Comune): «Nel testo di condanna trovo lacune e generalizzazioni e induce a non distinguere tra attivisti e centri sociali». Le reazioni della maggioranza non sono mancate, vedi l’intervento di Iolanda Madeo (Fratelli d’Italia): «Onore a come Fabbri ha avuto la schiena dritta nel difendere le istituzioni stesse. Il Consiglio non è il ring per frustrazioni ideologiche né strumentalizzazioni politiche. L’enfasi del sindaco è stata tipica di chi non cerca il consenso facile e risponde con fermezza a chi urla». Marzia Marchi (all’opposizione con M5s) sibila «schieramento aprioristico, senza volontà di ragionare serenamente» e fa scaldare Diletta D’Andrea (Forza Italia): «Il problema è che “voi” (riferita all’opposizione; ndr) non siete abituati a metterci la faccia. Il sindaco è andato in mezzo alla gente e li ha guardati negli occhi».
Il filo lo riprende il vicesindaco Alessandro Balboni: «C’è stato un atto scellerato e violento e la maggioranza mette punti fermi. Alle opposizioni manca risolutezza: dite condanniamo l’attacco al sindaco ma votate contro la mozione». La mozione passa con 20 sì e 11 no, l’emendamento del Pd bocciato (21 no, 7 sì e 3 astenuti). Le forze dell’opposizione poi contestano con due mozioni (presentate dalla Zonari e dalla Marchi) proprio quell’interruzione della seduta. Replica Francesco Rendine (Civica Fabbri): «È stato attivato un principio di precauzione, ovvero evitiamo qualcosa di più grave». Chiusura capitolo, of course, di Federico Soffritti che quel Consiglio presiedeva ed ha chiuso anzitempo: «Ho agito nel rispetto delle regole e nella tutela dei presenti. E non avete speso una parola di condanna per i manifestanti. Un grazie lo mando anche alla Polizia locale per come si è adoperata per mantenere l’ordine». Le mozioni di critica sono respinte.

Partenza soft La partenza del pomeriggio era stata soft. Via libera al rafforzamento argini per rischio idrogeologico in destra idraulica del Po (da Froldo Francolino a Coronella Scutellari) e alla convenzione tra i Comuni della provincia di Ferrara per il funzionamento della rete interbibliotecaria Bibliopolis.