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Lesbica bullizzata in classe: «Gli strumenti per intervenire ci sono»

Lesbica bullizzata in classe: «Gli strumenti per intervenire ci sono»<br type="_moz" />

Come affrontare il bullismo omotransfobico. I commenti di Macario (Centro Antidiscriminazione Lgbti+) e Zerbini (Pd)

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Ferrara «Purtroppo questo non è il primo e temiamo non sia nemmeno l'ultimo caso di bullismo omotransfobico in contesti scolastici. Ma gli strumenti per contrastarlo ci sono. Le scuole hanno il dovere di intervenire, di invitarci (come tante scuole fanno) a fare formazione nelle classi». Quello di Manuela Macario, ex presidente di Arcigay Ferrara e responsabile del Centro antidiscriminazione, è un appello rivolto alle scuole, e non solo, dopo il caso della studentessa bullizzata per le sue preferenze sessuali e che i genitori hanno per questo deciso di ritirare da scuola.

C’è la possibilità di intervenire e di farlo sia in via preventiva, per evitare che casi del genere continuino a ripetersi, che con un percorso di supporto specializzato. «Come Centro Antidiscriminazione Lgbti+ di Ferrara – spiega Macario – facciamo parte del tavolo di contrasto al bullismo che agisce con percorsi formativi nelle scuole e incontriamo ogni anno centinaia di ragazzi dagli 11 ai 18 anni. E inoltre il nostro Cad ha sportelli dedicati con professioniste psicologhe/psicoterapeuta che seguono da più di tre anni decine di minori che subiscono bullismo e violenza omotransfobica dentro e fuori le classi». Il centro si può contattare, per ottenere aiuto o semplici informazioni, scrivendo all’indirizzo e-mail cad@ferrara.arcigay.it oppure telefonando al 349 8739925».

Sul caso si registra anche un intervento politico, quello di Giada Zerbini, giovane candidata alla segreteria comunale del Partito democratico: «Abbiamo gli strumenti per affrontare questo fenomeno, dobbiamo solo iniziare ad usarli – ribadisce Zerbini –. La formazione de gli insegnanti sulla diversità e l’inclusione, l’implementazione di politiche anti-bullismo, il supporto psicologico per le vittime e la promozione di una cultura scolastica rispettosa e accogliente per tutti gli studenti. Il bullismo omotransfobico non solo danneggia direttamente le sue vittime, ma crea anche un clima sociale in cui l’omotransfobia e la discriminazione sono normalizzate. Combattere questo fenomeno richiede un impegno collettivo per promuovere l’uguaglianza, il rispetto e la tolleranza».