Boara, infiocinati davanti a casa per vendetta. Il figlio: «Papà e mamma migliorano»
Il legale ha incontrato in carcere Borea, che non ricorda nulla: «Gli ho detto io dei ricoverati». Oggi l'interrogatorio
Boara «Papà sta meglio, per fortuna. E anche la mamma. Si stanno pian piano riprendendo ma sarà abbastanza lunga». A parlare è Luca Collini, figlio della coppia. Il ragazzo ieri era a Bologna, all’ospedale Maggiore, dove si trova ricoverato Lauro. L’uomo è stato colpito all’addome da una fiocina e sottoposto ad intervento chirurgico. La madre, Adriana, è invece a Cona. «Ha subito una lesione alla trachea ed ha un ferita al volto», spiega il figlio.
La famiglia Collini è molto conosciuta a Ferrara e non solo. Lauro è un ex architetto ed ha lavorato in tutta Italia. Ha inoltre insegnato per diversi anni alle scuole medie Dante. Il figlio Luca è invece allenatore nelle giovanili della Spal, quest’anno ha i bambini under 8, i piccolini. Vive anche lui a Boara, ma venerdì non era in casa perché impegnato con il calcio. «Mi hanno telefonato, mi ha avvertito un vicino e ho fatto fatica a credere a quel che stava dicendo». Da qualche tempo i Collini avevano preso un cane e qualcuno racconta che in realtà il cugino sparatore, Sergio Borea e il figlio di lui, Alex, mal sopportavano l’animale. «Avevano recintato tutto, stavano molto attenti - vanno avanti dal piccolo borgo di case che si trova lungo la via Copparo -, ma sinceramente anche a distanza di giorni non ci sono spiegazioni. Forse voleva colpire proprio il cane e poi ha invece preso il povero Lauro». L’allenatore non entra nel merito. «Sarà la giustizia a fare il suo corso, noi adesso siamo qui a dare supporto ai nostri genitori (la coppia ha anche un’altra figlia, ndr). Poi vedremo, è una situazione molto delicata ovviamente». Il ragazzo conferma tensioni e dissapori, ma nulla in realtà di così grave da far solo pensare ad una cosa del genere.
Borea si trova all’Arginone, dove è stato portato dopo le dimissioni dall’ospedale (dopo aver colpito i parenti ha tentato il suicidio ed ha avuto bisogno di cure mediche). Da capire la posizione del figlio, che potrebbe essere del tutto estraneo ai fatti oppure complice in qualche modo. L’aggressore, subito dopo aver ferito Collini e la moglie, ha preso l’auto ed è uscito da casa. Dopo un po’ con la stessa auto è rientrato Alex Borea, da solo. Cosa sapeva di quanto successo? Ha realmente scoperto tutto solo una volta tornato a casa? O ha aiuto in qualche modo il padre a scappare?
Interrogativi sui quali difficilmente il diretto interessato saprà sciogliere, almeno per il momento. «È molto confuso, non ricorda nulla di quanto successo, solo che voleva togliersi la vita e che si è risvegliato al Pronto soccorso. Che lo zio della moglie fosse ricoverato in ospedale gliel’ho detto io» riferisce Massimo Bissi, il legale di Borea, che conosce per averlo seguito in altre vicende giudiziarie. Bissi ieri mattina l’ha incontrato in carcere, per la prima volta, e ha ricevuto conferma solo delle intenzioni suicide dell’uomo dopo il ferimento dei due parenti, «ha usato in dosi massicce i farmaci utilizzati dalla moglie, deceduta il 30 marzo scorso, Fentanyl e altri a base di morfina. Fisicamente sta meglio, dal punto di vista psicologico è molto provato. Potremmo chiedere perizie? È molto prematuro, vedremo come andrà l’udienza davanti al giudice», probabilmente già oggi. Borea si trovava in stato di libertà dopo aver scontato un periodo di arresti domiciliari.