Sfratti nel terzo settore a Ferrara. La Resistenza e gli altri centri sociali senza casa
Di lavori nemmeno l’ombra nella sede sottratta e "il centro è in stato di abbandono". Intanto Arci Bolognesi e Cittadini del Mondo cercano alternative
Ferrara Con le ultime vicende che hanno coinvolto il circolo Arci Bolognesi ed il suo prossimo “sfratto” da piazzetta San Nicolò, si riapre la questione legata ai rapporti tra il Comune ed alcune associazioni del terzo settore destinate a rimanere “senza casa” o che già l’hanno perduta.
Il caso più emblematico è indubbiamente legato al centro sociale La Resistenza: tra fine 2022 ed inizio 2023 iniziano i contrasti tra il centro, Ancescao e l’amministrazione comunale la quale sottolinea le criticità legate alla sicurezza dell’edificio che ospita La Resistenza e le denunce di degrado sporte dal vicinato. Inevitabilmente la discussione scende anche sul piano politico ed il 16 agosto 2023 il Comune vieta l’accesso all’edificio intimando il centro sociale di effettuare i lavori di messa in sicurezza entro un mese. Il resto della vicenda è un insieme di incontri programmati e disattesi, con un “muro di gomma” che sembra alzarsi attorno ai solleciti de La Resistenza. Ad oggi l’ormai ex sede è ancora in stato di abbandono, nessun lavoro è iniziato e tutto sembra lasciato andare in malora. «Abbiamo continuato a richiedere incontri con i tecnici – afferma Francesco Ganzaroli, presidente del centro sociale – e dopo il decadimento di Lodi abbiamo incontrato anche l’assessore Coletti senza di fatto però fare progressi. “Alla faccia dei lavori urgenti” mi verrebbe da dire, oggi il centro sociale è in stato di abbandono ma ritengo sia ora evidente il modus operandi comunale nei confronti delle associazioni del terzo settore. Abbiamo circa una cinquantina tra mail ed accessi agli anni ai quali non ci viene data risposta».
Sul tema interviene anche Maurizio Geusa presidente di Ancescao Ferrara: «In generale dopo il Covid è diventato faticoso per tutti fare associazionismo ma i nostri centri cercano di trovare attività che siano anche confacenti alle esigenze della popolazione. Manca indubbiamente un ricambio generazionale tra i volontari e con il Comune il dialogo è presente anche se temi come il centro La Resistenza restano tabù. In quel caso tutto è ancora fermo. Per il resto non abbiamo altri timori simili per quanto riguarda gli altri nostri centri».
Altri dialoghi sono in corso ma anche l’associazione Cittadini del Mondo di via Kennedy rischia la stessa fine con il Comune che ha scelto un’altra destinazione d’uso per l’attuale sede. L’associazione avrà tempo entro il 30 maggio, salvo proroghe, per trovare un’altra sistemazione. Nel frattempo è stata indetta per il 7 maggio alle 18 un’assemblea collettiva ed una mobilitazione proprio nella sede di via Kennedy per dare sostegno all’associazione.
Situazione simile anche per il circolo Arci Bolognesi: la concessione per l’uso dell’attuale sede è scaduta nel 2019 ma per continuità l’attività è proseguita fino ad oggi. Il Comune tramite Pec ha però annunciato di volersi riappropriare dei locali per rivalorizzarli. Come per La Resistenza, anche in questo caso erano emerse lamentele da parte dei residenti limitrofi ad ottobre 2024 ma la nuova autorizzazione ambientale del Comune sembrava averci messo una pezza. «Il dialogo con l'Amministrazione e soprattutto con la comunità e il vicinato, in un’ottica di riprogettazione delle attività che consentano di difendere lo spazio, è già attivo e proseguirà nelle prossime settimane» afferma l’Arci che ha intanto indetto per il 10 maggio una “cena di quartiere” aperta ai residenti in attesa di un prossimo incontro con l’amministrazione comunale.