Cento, Zecchi chiude dopo 75 anni. Il titolare: «Il centro storico non regge»
La bottega d’arte aperta nel 1950 e la decisione più amara:«Gli ultimi due anni sono stati duri»
Cento Dopo 75 anni chiude i battenti la storica bottega Zecchi, nel cuore del centro di Cento. Una decisione sofferta ma inevitabile per Giorgio Zecchi, che ha portato avanti l’attività fondata dai genitori con passione e dedizione. Un lungo viaggio, fatto di tradizione e impegno quotidiano, che finisce dopo anni difficili, segnati da una crisi crescente del commercio cittadino e da un aumento insostenibile dei costi. «Gli ultimi due anni sono stati davvero complicati - racconta Zecchi -. I costi dell’energia, i tassi di interesse sempre più alti, le spese fisse; tutto è diventato eccessivo. Il centro storico ormai fatica a reggere: c’è meno movimento, meno clienti, meno entusiasmo». Una situazione che ha imposto scelte drastiche. Il negozio era conosciuto per la vendita di bomboniere e articoli esclusivi, difficili da trovare altrove.
Fondata nel 1950, Zecchi Bottega d’Arte Casa offriva una vasta gamma di prodotti per la casa e articoli da regalo, tra cui vasi, soprammobili, cornici, statuine, porcellane, bomboniere, candele profumate e confetti. Il negozio era apprezzato per la sua eleganza e per le confezioni raffinate, diventando un punto di riferimento per ogni ricorrenza. Ed ora invece, 75 anni dopo, il negozio chiude la serranda, anche se una speranza rimane, come conferma proprio Giorgio: «Sto valutando aperture temporanee in diverse location, magari sotto le feste, per offrire un servizio che nonostante la crisi sono ancora in molti a richiedere. La partita Iva andrà in pausa, ma la porta a nuove possibilità rimane aperta, guardando però alla mia situazione con più serenità e senza il peso dei conti da gestire difficilmente ogni mese». Giorgio Zecchi oggi può comunque guardare avanti, forte della sua pensione e soprattutto della sua grande passione: il teatro. In questi anni, è riuscito a trasformare una passione personale in un impegno concreto e positivo per la città, assumendo il ruolo di presidente della Fondazione Teatro Borgatti. Un impegno che ha dato i suoi frutti: nella stagione appena conclusa il teatro ha registrato oltre 12mila presenze, un traguardo importante che conferma come la cultura possa ancora essere un punto di forza per la comunità. «Il teatro mi ha salvato - confessa Zecchi con un sorriso -. Studiare copioni, scegliere le compagnie, vivere ogni spettacolo è stata una boccata d’ossigeno in un periodo difficile. E sapere che il nostro lavoro viene riconosciuto dal pubblico mi dà la forza di andare avanti».Il percorso della bottega storica Zecchi si chiude dunque, ma si apre quello di una nuova vita, fatta di progetti culturali, serate a teatro e collaborazione con il Comune per arricchire la proposta artistica locale. Perché, come insegna il teatro, ogni fine è solo l’inizio di un’altra storia da raccontare.