La Nuova Ferrara

Ferrara

L’anniversario

Gioventù Nazionale Ferrara nel segno di Sergio Ramelli

Gioventù Nazionale Ferrara nel segno di Sergio Ramelli

L’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia ha reso omaggio al giovane studente milanese ucciso 50 anni fa. «Colpevole soltanto di aver espresso il proprio pensiero. Simbolo della gioventù spezzata e della libertà negata»

2 MINUTI DI LETTURA





Ferrara Ricorre in questi giorni l’anniversario della morte di Sergio Ramelli, giovane studente milanese militante del Fronte della Gioventù (formazione politica giovanile del Movimento Sociale Italiano), che 50 anni fa, il 29 aprile 1975, ha perso la vita dopo 47 giorni di agonia in seguito ad un’aggressione subita sotto casa da un commando di Avanguardia operaia a colpi di chiave inglese. Una giornata di ricordo, quella di ieri, con alcuni episodi che hanno fatto molto discutere. A Milano, infatti, duemila persone si sono radunate tra piazzale Gorini e via Paladini per ricordare la morte dello studente. Un corteo fino al murales commemorativo dove deporre i fiori e il percorso di sempre, ma è qui che si è assistito ad alcuni riti che contraddistinguono la galassia neofascista: saluti romani e il “presente” è risuonato tre volte al grido “camerata Sergio Ramelli”. Di tutta risposta, da un balcone qualcuno ha fatto partire “Bella Ciao”. 

Niente a che vedere con l’omaggio che si è tenuto a Ferrara. «Siamo qui per ricordare Sergio, un ragazzo come noi, con la sola colpa di credere in un ideale. – ha dichiarato Alessandro Travagli, Presidente provinciale di Gioventù Nazionale Ferrara, ieri dal Sottomura –. A 50 anni dalla sua morte, il suo sacrificio continua a essere un monito per tutti noi. Ramelli fu colpito a morte sotto casa a soli 18 anni, colpevole soltanto di aver espresso il proprio pensiero, di aver scritto un tema contro la violenza politica. Noi non possiamo dimenticare, non vogliamo dimenticare». 

«La storia di Sergio – ha aggiunto Alessandro Balboni, membro dell’Esecutivo Nazionale di Gioventù Nazionale – ci ricorda quanto sia importante difendere oggi il valore della libertà di pensiero. Ramelli non è solo una vittima della violenza politica, ma un simbolo della gioventù spezzata e della libertà negata. Oggi come allora, il nostro compito è non lasciare che la sua memoria venga dimenticata o distorta. Il suo nome deve continuare a vivere nei cuori di chi crede nel rispetto delle idee, nella giustizia e nella verità». 

«Sergio Ramelli non fu solo vittima di un'aggressione: fu il bersaglio di chi rifiutava il dialogo e abbracciava la violenza come metodo politico – si legge in una nota dell’organizzazione giovanile –. Gioventù Nazionale Ferrara rinnova così il proprio impegno per un’Italia in cui il dissenso non sia mai motivo di violenza, e in cui la memoria sia un pilastro per costruire una democrazia più forte, consapevole e giusta».