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Il medico di Stellata va in pensione, tutti in piazza per salutarlo

Il medico di Stellata va in pensione, tutti in piazza per  salutarlo

Umberto Nannini lascia l’ambulatorio di via tenente Biolcati dopo 36 anni di attività: «Mi sento stellatese d’adozione». E la folla: «Grazie dottore»

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Stellata Una festa in piazza, tra applausi e striscioni, per salutare il medico di base che, dopo 36 anni di attività, lascia l’ambulatorio di via tenente Biolcati e va in pensione. È stato un “grazie” sincero quello che la comunità di Stellata ha voluto rivolgere ieri pomeriggio al dottor Umberto Nannini, 68 anni di Bondeno, al suo ultimo giorno di lavoro. Alla chiusura dell’ambulatorio, numerosi suoi assistiti, di Stellata, Zerbinate, Ponti Spagna e Bondeno, hanno partecipato a un momento di festa che, su iniziativa di Centro sociale Ariosto, Pro Loco Stellata e Arc Stellata 97, ha testimoniato quanto Nannini abbia inciso nella vita della comunità.

In piazza, una sessantina di persone, un fornito buffet offerto dalle associazioni, strette di mano e tanti applausi per il medico, con due grandi striscioni che hanno salutato il suo arrivo dall’ambulatorio, distante poche decine di metri: “Grazie dottore” e “Stellata la ringrazia per il grande servizio reso alla comunità”. Un ringraziamento al medico, hanno precisato i rappresentanti delle associazioni, «per il suo lungo e intenso servizio a favore della gente, per le doti professionali, la disponibilità e la presenza costante, qualità fondamentali in una comunità composta in gran parte da anziani che a volte si recano dal medico non solo perché malati o per un semplice controllo della pressione, ma anche per un momento di attenzione e aiuto».

Nannini, che ha un ambulatorio a Stellata e uno in centro a Bondeno, ha iniziato la sua attività stellatese di medico di famiglia nel 1989: “Con questa comunità – spiega – ho instaurato fin dall’inizio un ottimo rapporto, al punto che mi sento stellatese d’adozione. Questi 36 anni sono letteralmente volati, anche se con la sanità di adesso mi sento quasi di far parte di una specie in estinzione, perché per me essere il medico di medicina generale, il medico di famiglia, significa prima di tutto essere vicino alla gente, avere un rapporto diretto con gli assistiti. Adesso tutto sta cambiando, con un sistema che non mi pare funzioni meglio di quelle che c’era in precedenza. Insomma, non mi pare più il mio mondo, quello di quando il Bondenese era preso come esempio, una sorta di isola felice per la medicina generale, dove c’era pieno accordo tra medici, pur con le opportune discussioni». Su decisione dell’Asl, il posto liberato è stato affidato con incarico provvisorio al dottor Gianluca Trentin