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Il caso

Ferrara, il giudice restituisce i milioni sequestrati a Zoffoli Metalli

Ferrara, il giudice restituisce i milioni sequestrati a Zoffoli Metalli

Il tribunale di Milano non ha trovato riscontro concreto alle indagini della Finanza. «Commercio di metalli corretto». Nessun movimento sospetto sui conti correnti

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Ferrara Tutto da restituire. Il tribunale del riesame di Milano, accogliendo il ricorso presentato dagli avvocati Marco Linguerri, Alessandro Sintucci e Silvia Fasolin, ha annullato il decreto con il quale il giudice delle indagini preliminari meneghino aveva disposto il sequestro di 15,5 milioni di euro alla Zoffoli Metalli. L’azienda con sede a Tamara, una delle più importanti della provincia ferrarese, è coinvolta in un’indagine della Guardia di finanza di Trieste su un presunto traffico illecito di tonnellate di metalli e sul riciclaggio dei relativi proventi illeciti. La Zoffoli, insieme alla lombarda Fc Metalli, secondo gli investigatori sarebbe stata cliente finale - e consapevole - per l’acquisto di rifiuti metallici venduti in maniera illecita da alcune società considerate meri schermi e collegate a soggetti con contatti con la Camorra. I proventi sarebbero poi stati fatti transitare in società cartiere e poi riciclati in vario modo. La finanza aveva sequestrato circa 92 milioni di euro in tutto alle varie aziende coinvolte nei vari accertamenti. Va precisato che gli inquirenti non hanno comunque trovato nessun movimento bancario sospetto sui conti personali dei 19 indagati, per cui il profitto del reato è stato identificato per tutti - stando alla tesi condivisa dalla procura milanese - come quello derivante dal risparmio d’imposta ottenuto dalle società con il traffico di rifiuti considerato illecito. Peraltro, e l’argomento è stato evidenziato dalla difesa, già nell’estate del 2024 era stata rigettata dal gip una precedente richiesta di sequestro nei confronti della Zoffoli (e così della Fc Metalli), quantificato in ben 63,5 milioni di euro, pari al prezzo dei metalli acquistati tra 2022 e 2024 in maniera considerata illecita, mentre era stato concesso il sequestro di circa 67 milioni di euro nei confronti della Mira One, società che cedeva il materiale all’azienda copparese. «Questo risultato dimostra che, anche nelle situazioni più difficili, l’ordinamento ci offre gli strumenti di difesa per far emergere la verità e ottenere giustizia - commenta l’avvocato ferrarese, Marco Linguerri - Sono contento per il provvedimento ottenuto, che ha restituito ai nostri clienti, oltre alla dignità che meritano, la piena disponibilità di tutti i loro beni. Continueremo a lavorare per far emergere anche la loro totale estraneità all’ipotesi contestata». Da parte propria, il patron Alessandro Zoffoli ha voluto ringraziare «tutti coloro che sono stati vicini all’azienda in un momento così difficile, certo che questo risultato confermi la solidità e la credibilità che la società ha sempre avuto e che merita sia sul territorio nazionale, sia europeo che internazionale. Continueremo a lavorare più orgogliosi e determinati di prima per la soddisfazione dei nostri clienti, dei nostri fornitori ma soprattutto di tutti i nostri dipendenti e collaboratori che, in questi giorni di grande tensione e fatica, non hanno fatto mancare neppure per un momento il loro supporto all’azienda».