Affitti brevi e appartamenti per turisti. «Il self check-in è illegale», ecco perché
Il monito di Federconsumatori. A Ferrara su 957 strutture monitorate, ben 308 usufruiscono dell’accoglienza fai da te senza l’intervento del gestore: un meccanismo vietato dal Ministero dell’Interno
Ferrara Il territorio provinciale è tra le aree più interessate al problema dei “self check in”, cioè i meccanismi che consentono il ricevimento in albergo o più frequentemente in appartamento turistico con il fai-da-te, senza l’intervento del gestore. Si tratta di una modalità illegale, si premura di ricordare Federconsumatori, che ha sviluppato un’indagine a livello regionale dalla quale emergono numeri importanti proprio su Ferrara: su 957 strutture monitorate per affitti brevi, infatti, ben 308 sono dotate di self check in. Si tratta del 32%, un’incidenza superiore a quella di Reggio Emilia, Forlì, Rimini, Ravenna e Piacenza, su numeri peraltro molto superiori. Le città e i territori dove il fenomeno risulta a livelli ferraresi, o anche superiori, sono quelli sede delle altre università regionali, come Bologna, Modena e Parma. Estendendo la ricerca a livello nazionale, cioè sulle otto grandi città sulla base degli appartamenti in affitto breve presenti su Airbnb, la percentuale di self check in schizza al 41%.
È il caso di sottolineare che «il self check-in è un meccanismo vietato e illegale – ribadisce Federconsumatori –. Anche con una circolare del 18 novembre 2024 il Ministero dell’Interno ha confermato l’assoluto divieto a tutte le forme di self chek-in. È dunque chiarissimo l’obbligo, posto a carico dei gestori di strutture ricettive di ogni genere e tipologia, nel rispetto dell’articolo 109 del Testo unico di pubblica sicurezza, di verificare l’identità degli ospiti tramite verifica de visu della corrispondenza tra persone alloggiate e documenti forniti, comunicando i dati alla Questura territorialmente competente , tramite il portale Alloggiati Web della Polizia di Stato. Tali regole - concludono i consumatori - si applicano anche ai locatori o sublocatori che affittano immobili o parti di esso con contratti di durata inferiore a 30 giorni». Il senso del divieto è chiaro, ha a che fare con la sicurezza pubblica e all’esigenza di rendere la vita difficile ad eventuali ricercati o pregiudicati. Ad essere vietata, peraltro, è la pratica del self check-in, non gli strumenti: le key box, cioè i contenitori con combinazione fuori dagli appartamenti nei quali si lasciano le chiavi, non sono di per sé illegali, anche perché possono essere utilizzati per favorire le pulizie o altre attività; così come le tastiere di condominio.
Federconsum attacca Airbnb e in generale i portali specializzati in affitti turistici, «comportamento più che discutibile, nei fatti connivente con chi non rispetta le norme di legge, e quindi sanzionale, al pari degli operatori»; e «ritiene importante il percorso avviato dalla Regione per norme che affrontino l’effetto degli affitti brevi sui nostri capoluoghi». Intanto, però, chiede «di garantire il rispetto delle norme già esistenti».