Caso Cidas, Lodi ricorre in appello. Sette motivi per ribaltare la condanna
L’ex vicesindaco di Ferrara cambia avvocato e dopo Carlo Bergamasco si affida al prof. Vittorio Manes
Ferrara Sono sette i motivi che sostengono l’appello di Nicola Lodi contro la sentenza del giudice di primo grado che lo ha condannato a 2 anni e 10 mesi di reclusione per induzione indebita nel “caso Cidas”, ovvero per le pressioni fatte al presidente Daniele Bertarelli affinché punisse il dipendente Daniel Servelli, che aveva offeso “Naomo” e di lui molto critico sui social.
L’ex vicesindaco, sospeso per l’applicazione della legge Severino dopo la condanna e poi dimessosi dall’incarico, ha cambiato legale, abbandonando l’avvocato Carlo Bergamasco, che lo ha difeso in quasi tutti i processi nel corso della sua avventura politica, in favore del professor Vittorio Manes, ordinario di diritto penale all’Università di Bologna. Il primo motivo contesta la possibilità di applicare il reato di induzione indebita al caso concreto: non ci sarebbe stata nessuna pressione illegittima su Bertarelli. Inoltre, ed è il secondo motivo, Lodi avrebbe agito come «legittima reazione» a condotte illecite di Servelli, come testimoniato dal fatto che per una di esse (e invero solo per quella), sia stato condannato per diffamazione. Terzo motivo: viene contestata l’assenza di motivazioni, nella sentenza, relative all’elemento psicologico, ovvero alla volontà di Lodi di perseguire, con il suo comportamento, un fine illecito.
Il quarto motivo del ricorso contesta la decisione del giudice di primo grado di considerare utilizzabili le dichiarazioni rese da Bertarelli in sede di indagine, sentito come persona informata dei fatti e non come indagato, quindi senza le garanzie del caso. Il quinto motivo, ma solo in subordine, indica come meglio applicabile il molto meno grave reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni; il sesto contesta il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche e il settimo contesta infine la decisione sul danno da risarcire a Servelli.