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Il caso

Ancora polemiche per i cani a Santa Bianca. «In quella casa molti rischi»

Georges Savignac
Ancora polemiche per i cani a Santa Bianca. «In quella casa molti rischi»

Continuano le lamentele legate al presunto canile abusivo. Chiesto dai cittadini l’intervento delle autorità per risolvere la situazione

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Santa Bianca Continuano le polemiche legate al presunto canile abusivo di Santa Bianca. Stavolta a parlare è una famiglia vicina di casa del luogo che sta vivendo un disagio continuo a causa della presenza di numerosi animali in uno spazio estremamente limitato. Quella che doveva essere una zona tranquilla di campagna, lontana dai disagi e dai rumori della città, sta invece diventando una situazione insostenibile e, a tratti, anche molto pericolosa.

«I primi cani sono arrivati circa un anno fa – racconta la famiglia –, ma durante l’estate il numero è cresciuto in modo incontrollato. Da quel momento tutto è cambiato: decine di animali chiusi in un capannone, spesso al buio, senza spazi adeguati e lasciati soli per molte ore al giorno. Gli abbai e i guaiti sono continui, sia di giorno che di notte. Vivere in queste condizioni è diventato difficile».

Il disagio però non si ferma ai rumori... «I cani scappano con frequenza, finiscono in mezzo alla strada, che è molto trafficata. Abbiamo assistito più volte a situazioni pericolose, con le auto costrette a frenate improvvise. Ci chiediamo cosa si stia aspettando: che accada un incidente grave prima di intervenire seriamente?».

Tra i problemi segnalati ci sono anche quelli legati all’igiene. «Attorno alla casa ci sono accumuli di rifiuti, odori forti e nei mesi scorsi abbiamo visto comparire topi di dimensioni impressionanti, mai visti prima. Alcuni membri della nostra famiglia stanno iniziando a risentirne anche psicologicamente. Ci chiediamo se siamo protetti da chi dovrebbe vigilare sul rispetto delle norme sanitarie, perché da cittadini rispettosi delle regole, ci sentiamo abbandonati».

La situazione Nonostante la situazione difficile, la famiglia ci tiene a chiarire che non si tratta di intolleranza verso gli animali: «Amiamo i cani e proviamo una sincera pena per queste povere bestie, costrette a vivere rinchiuse, in condizioni che non meritano. Non è giusto per loro, così come non lo è per noi».

Segnalazioni sono state fatte più volte, rivolgendosi al Comune, alle forze dell’ordine, alle autorità sanitarie. «Alcuni controlli ci sono stati, ma tutto è rimasto sostanzialmente immutato (una struttura sulle due gestite da una donna fu chiusa, ndr). Stiamo addirittura valutando l’idea di andarcene, ma non è giusto essere costretti a cambiare vita perché nessuno si assume la responsabilità di far rispettare le regole. Questa non è solo una questione tra vicini – concludono – ma un problema che riguarda la sicurezza, la legalità e il rispetto per le persone e per gli animali. Ci chiediamo: cosa deve accadere prima che si intervenga». 


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