Chiamate inopportune alla polizia, carabiniere sanzionato dall’Arma
Il militare di Ferrara chiedeva conto alla municipale delle multe a un amico imprenditore
Ferrara Un «comportamento eccessivamente insistente, non imparziale e poco trasparente». Non abbastanza per finire nei guai dal punto di vista penale, dove l’indagine è stata archiviata, ma sufficiente per una provvedimento disciplinare stabilita dal comandante di Compagnia a carico di un carabiniere in servizio in provincia .
Il comportamento in questione è stato quello di interloquire con «irresponsabile insistenza» con gli agenti della polizia municipale, «adducendo il pretesto – si legge nella sentenza del Tar che respinge il ricorso contro la sanzione disciplinare – di conoscere le ragioni della sanzione al codice della strada elevata ad un autotrasportatore dipendente di un imprenditore locale suo conoscente». Dieci le chiamate effettuate secondo quanto accertato nel corso delle indagini preliminari, avviate peraltro su impulso della stessa Arma, configurate come una «indebita ingerenza del militare» che sembrava volta a «evitare il controllo dei mezzi pesanti di proprietà di un conoscente» da parte della polizia municipale.
Il comandante aveva deciso di punire il militare con la sanzione disciplinare della consegna per sette giorni solo al termine delle indagini preliminari, attendendo dunque che venisse fatta luce sulla condotta effettivamente tenuta.
Per i giudici del Tar è stata una decisione corretta e che ha rispettato il criterio della tempestività nel comminare una sanzione di questo tipo, cosa che invece era stata contestata dalla difesa del militare, sostenuta dagli avvocati Denis Lovison e Francesco Fersini, nel ricorso amministrativo.
I giudici hanno poi anche ritenuto che la sanzione sia stata proporzionata, specialmente alla luce di due precedenti provvedimenti disciplinari nei confronti dello stesso militare, e non “discriminatoria” per differenza di trattamento con un altro carabiniere coinvolto nella vicenda e non sanzionato, dato che «la situazione assunta a parametro di riferimento (era) diversa sia per la condotta, che per la situazione disciplinare e di servizio del militare coinvolto».
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