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Il caso

Omicidio Bergamini, si va avanti. La Cassazione ha respinto il ricorso

Annarita Bova
Omicidio Bergamini, si va avanti. La Cassazione ha respinto il ricorso

Internò, condannata a 16 anni, aveva fatto appello contro la sentenza

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Boccaleone «Venerdì si è tenuta udienza avanti la Corte di Cassazione nella quale la difesa di Isabella Internó ha tentato di far dichiarare inammissibile il ricorso avanzato dalla Procura di Castrovillari contro la sentenza pronunciata dalla Corte di Assise di Cosenza che ha condannato l’imputata a sedici anni di reclusione per l’omicidio di Denis Bergamini. Per i pm non avrebbero dovuto essere riconosciute all’imputata le attenuanti generiche come prevalenti sulle aggravanti contestate. Questione di pena, in sostanza. Per noi dovrà invece pronunciarsi sulla questione la Corte d’Assise di Appello di Catanzaro il 21 ottobre. E così ha deciso anche la Cassazione ora». Queste le parole dell’avvocato Fabio Anselmo, che continua a pretendere la verità sull’omicidio di Denis Bergamini. «Un abbraccio al mio avvocato Fabio Anselmo, al suo staff Silvia Galeone, Alessandra Pisa e a tutti coloro che hanno rinunciato ai ponti di festa per continuare la strada della Giustizia, quella vera senza fronzoli», ha detto Donata, sorella di Denis. Nello specifico, nell’udienza celebrata in merito all’omicidio volontario pluriaggravato, la Cassazione ha respinto il ricorso dei legali difensori di Isabella Internò. I legali dell’imputata hanno provato la strada del ricorso in Cassazione ma la Suprema Corte ha sancito che sulla questione di pena dovrà invece pronunciarsi la Corte d’Assise di Appello di Catanzaro il 21 ottobre.I legali di Isabella Internò e la procura di Castrovillari nello scorso mese di febbraio hanno depositato rispettivamente l’appello contro la sentenza e il ricorso per l’aggravamento della pena all’imputata per l’omicidio volontario pluriaggravato di Denis Bergamini. In primo grado, il primo ottobre 2024, la Corte d’Assise di Cosenza ha condannato Isabella Internò alla pena di 16 anni di reclusione. E il 9 aprile scorso si è appreso che il 21 ottobre inizierà il processo di secondo grado alla Corte d’Appello di Catanzaro. La procura di Castrovillari ricorre avverso la sentenza limitatamente al giudizio espresso nel senso della prevalenza della concessione delle attenuanti generiche in relazione alle aggravanti riconosciute, ritenendolo viziato.Il fattore tempo va valorizzato sotto altro profilo a parere dei giudici che hanno scritto le motivazioni della sentenza ed è su questa base che concedono a Isabella Internò le attenuanti generiche. Per il pm Primicerio invece la questione è diversa. «In sostanza, il giudice di primo grado ha ricondotto nell’ambito dell’articolo 62 bis del codice penale, un tema - quello del difetto della funzione preventiva della pena da irrogare alla Internò, che non rientra nei confini della norma richiamata». Secondo il pm Primicerio il giudice di primo grado, così operando ha violato il Codice penale applicando tale norma ad una situazione fattuale che non rientra nell’ambito normativo. «Ciò ha fatto in termini ancora più censurabili nella misura in cui ha poi effettuato un giudizio di comparazione tra le attenuanti previste dall’articolo 62 bis del Codice penale, così malamente interpretato in termini di prevalenza dell’aggravante dei futili motivi e della premeditazione». Il pm Primicerio sottolinea poi come non si possa non tenere conto della falsità della versione dei fatti fornita da Isabella Internò alle autorità inquirenti fin dalle sue prime dichiarazioni».