Da Alberone fino a Santiago. I 300 km di Barbara e Paolo
La coppia di podisti in Galizia per il Cammino. «Abbiamo stretto i denti, sofferto e lottato (credetemi la fatica è tanta!), bucato vesciche e spalmato tubetti di Voltaren! Ma io ripartirei già domani»
Alberone «Mi bastano due stracci nello zaino e due pezzi di sapone per stare bene al mondo. Senza sentire la mancanza di tutto quel superfluo di cui ci ricopriamo per colmare le voragini di solitudine e di vuoto esistenziale che attanaglia quest’epoca, così frenetica, così vocata al consumismo. E così siamo arrivati alla fine di questo meraviglioso viaggio del corpo e dell’anima». «Abbiamo realizzato il nostro sogno, percorrendo a piedi più di 300 km in 13 tappe, tra neve, vento, pioggia e sole. Ammirato paesaggi stupendi e conosciuto tante altre belle anime in viaggio. Abbiamo stretto i denti, sofferto e lottato (credetemi la fatica è tanta!), bucato vesciche e spalmato tubetti di Voltaren! Ma sapete cosa vi dico? Io ripartirei domani».
Nelle parole di Barbara Caldarelli c’è tutto l’entusiasmo per aver terminato il cammino di Santiago di Compostela, rete di percorsi di pellegrinaggio che portano i camminatori fino alla cattedrale di Santiago, in Galizia, Spagna. Barbara e Paolo Borgatti abitano ad Alberone, si sono sposati nel 2023 e da anni condividono una grande passione: il podismo. Non a caso si cimentano con le manifestazioni a cui partecipa la Podistica, formazione gialloblù di Finale Emilia, ma che accoglie decine di sportivi del circondario. Paolo lavora da Ing. Bonfiglioli di Mascarino mentre la moglie, dopo anni a Sala Bolognese, è in attesa di nuova occupazione.
L’esperienza
Stavolta hanno scelto di realizzare un sogno, raggiungere un obiettivo che si erano prefissati, ma che nasconde lungo il cammino sempre insidie. Sono partiti da Leon il 18 aprile e hanno percorso i mitici 300,80 km incontrando a Pasqua e Pasquetta anche vento e neve. Situazioni meteo impervie sul Cammino che però non ha interrotto il lungo incedere di Barbara e Paolo, da sempre capaci di affrontare nuove e stimolanti sfide. Lo hanno sempre fatto indossando la canottiera della Podistica, lo hanno realizzato anche nella seconda metà di aprile, arrivando a Santiago, insieme, come nella vita. Sono sempre più le persone che si stanno avvicinando al Cammino. C’è chi lo fa come traguardo personale, chi va alla ricerca di un periodo senza lo stress del lavoro e chi ancora sceglie il pellegrinaggio come momento di penitenza o di rinascita. Lungo quei 300 chilometri o 800 metri ci sono poi tante storie da raccontare, tanta gente da incontrare e con cui scambiare qualche chiacchiera, almeno fino al termine di ogni tappa quotidiana quando ormai stanchi ci si ritrova nei vari ostelli per mangiare qualcosa e condividere le sensazioni del momento.