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L'inchiesta

Mafia nigeriana a Ferrara, si va in Cassazione. 13 condannati hanno fatto ricorso

Daniele Oppo
Mafia nigeriana a Ferrara, si va in Cassazione. 13 condannati hanno fatto ricorso

Fissata per fine maggio l’udienza davanti al supremo collegio. La Corte d'appello di Bologna aveva ridotto le pene

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Ferrara Dopo le pene riviste al ribasso dalla Corte d’appello, tredici condannati in primo e secondo grado nel processo alla mafia nigeriana hanno fatto ricorso per Cassazione, che verrà discusso dai supremi giudici il prossimo 27 maggio. Tra chi ha fatto ricorso spicca ovviamente il nome di Emmanuel Okenwa, considerato il vertice del clan Vikings/Arobaga a Ferrara nonché uno dei componenti più importanti del sodalizio criminale dedito soprattutto allo spaccio di stupefacenti. Okenwa, noto anche come Dj Boogye (O Bugi) aveva visto la propria pena ridursi da 22 anni a 13 anni, 3 mesi e 20 giorni. Emmanuel Albert, altro componente di spicco ad aver presentato ricorso per Cassazione, era stato condannato a 20 anni, ridotti in appello a 12 anni, 3 mesi e 20 giorni.

Ad aver fatto ricorso anche Junior Musa, Felix Tuesday, Henry Arehobor (detto Threeman), Igbinosa Irabor e Glory Egbogun (detto Omomo) e Luky Odianose Anthony (Ubeba), soggetti di medio livello e soprattutto autori dell’agguato con machete in via Olimpia Morata ai danni di uno dei capi del clan divenuto rivale – Stephen Oboh degli Eiye – che di fatto ha dato avvio all’indagine della squadra mobile, della procura estense e poi della Direzione distrettuale antimafia di Bologna sulla presenza di un’organizzazione criminale con caratteristiche mafiose a Ferrara. Organizzazione operante prevalentemente nella zona Gad – dove aveva il controllo totale dello spaccio di stupefacenti – in gran parte smantellata con l’operazione chiamata “Signal”.

Gli altri imputati ricorrenti sono Shaka Abubakar, Kinglsy Okoase, Stanley Onuoha, Gbidy Trinity e Godspower Okoduwa. Jacob Chedjou, Igene Joel e per Jonah Omon erano invece stati assolti in appello. Due le parti civili: il Comune di Ferrara e una donna vittima di un episodio di estorsione, considerato un “reato spia” caratterizzante i gruppi mafiosi.

Questa è la seconda volta che la Cassazione sarà chiamata a decidere – anche se per questioni legate solo alla legittimità della sentenza d’appello, quindi non nel merito – sulla mafia nigeriana a Ferrara. Nel 2023 aveva infatti già esaminato e considerato inammissibile il ricorso presentato da cinque imputati che vennero giudicati con il rito abbreviato a Bologna, sempre in riferimento all’attività del gruppo a Ferrara. In quell’occasione, la Corte aveva comunque ritenuto sufficientemente motivate le parti della sentenza che riguardavano proprio la mafiosità dell’organizzazione criminale, in grado di attuare con la violenza un controllo del territorio, assoggettando prevalentemente i connazionale adoperando il potere dell’intimidazione e imponendo l’omertà.

I Vikings/Arobaga sono un gruppo che, d’altronde, è ormai ritenuto in maniera piuttosto consolidata nella giurisprudenza della stessa Cassazione e in quella delle corti territoriali come un gruppo mafioso operante in passato, ad esempio, anche all’interno di una famosa e problematica struttura di accoglimento per i richiedenti asilo, il Cara di Mineo, in Sicilia.