Bolkestein, gare a un punto morto. «Zero indicazioni sugli indennizzi»
Lidi di Comacchio in alto mare: manca il decreto sulle riassegnazioni dei bagni, atteso a marzo. «Anche la Regione sta aspettando il Decreto Salvini sugli indirizzi generali»
Lidi Mentre alcuni Comuni hanno già avviato le procedure di gara a evidenza pubblica e altri, come Gaeta nel Lazio le stanno attivando in funzione della riassegnazione delle concessioni demaniali con modalità selettive, aperte a tutti, la costa comacchiese resta ancora in alto mare. E come se non bastasse, a Comacchio (ma il problema è speculare a tante altre realtà rivierasche) prima delle gare si dovranno sanare abusi di varia natura, a carico di un’ottantina di Bagni.
«Il Decreto ministeriale con cui il ministro Salvini dovrà dettare gli indirizzi ai quali i Comuni dovranno attenersi, per emanare i bandi di gara – spiega Luca Callegarini, presidente della cooperativa degli stabilimenti balneari del Lido Volano e funzionario provinciale di Confesercenti –, era atteso a marzo, ma ancora non è uscito. L’aspetto centrale riguarda gli indennizzi ai gestori uscenti e quindi il riconoscimento del valore degli investimenti realizzati, in caso di aggiudicazione delle concessioni a nuovi concessionari. Per chiudere la procedura di infrazione a cui l’Italia era stata chiamata a rispondere dall’Unione Europea, il Governo ha dovuto adottare un atto in cui venisse esplicitato che si andrà a gara». Il rischio, anzi la conseguenza che già si sta registrando, consiste in una applicazione della direttiva Bolkestein in modo differente tra Comune e Comune. Gli enti pubblici stanno lavorando in ordine sparso e se ci sono realtà che hanno privilegiato la storicità della gestione familiare di numerosi stabilimenti balneari, attribuendo loro un punteggio di base superiore, per partecipare alle gare, altri Comuni hanno previsto speciali premialità su altri aspetti, come la sostenibilità ambientale e turistica.
«La maggior parte dei Comuni non è strutturata per cimentarsi con i bandi a evidenza pubblica – prosegue Callegarini –, nel frattempo la Regione sta attendendo il Decreto Salvini sugli indirizzi generali, che avrebbe dovuto uscire due mesi fa. Se tutto va bene, si può prevedere che si arrivi alle gare alla fine del 2026». La fotografia che emerge dallo stallo in cui versa il settore balneare dal 2006, ossia da quando la direttiva Bolkestein azzerò le proroghe automatiche alle concessioni demaniali rilasciate ai bagni, è quella di mancate occasioni di rinnovo e ammodernamento dei locali, in due parole: zero investimenti. Nella memoria collettiva dei turisti resta impressa la serrata collettiva degli ombrelloni, una singolare forma di protesta attuata l’8 agosto scorso dagli operatori balneari, dopo che il Consiglio di Stato aveva decretato come illegittime le proroghe delle concessioni demaniali al 2033, in assenza di gare. «Con quello “sciopero” – conclude Callegarini – siamo riusciti a ottenere il primo atto con cui il Governo ci ha messo al riparo dalla procedura di infrazione, ora occorre procedere speditamente con l’adozione del decreto che detti le linee di indirizzo da seguire».
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