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L’incontro

“Sfratto” a Cittadini del Mondo. «Cancellati anni di impegno, si cambi idea»

Stefania Andreotti
“Sfratto” a Cittadini del Mondo. «Cancellati anni di impegno, si cambi idea»

Assemblea pubblica nella sede di via Kennedy 24 per sensibilizzare la cittadinanza. Il Comune vuole vendere gli spazi utilizzati dall’associazione di volontari

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Ferrara Nello stesso momento in cui si pronunciava l’extra omnes, il fuori tutti che oggi ha dato l’avvio al conclave più diversificato della storia per la provenienza internazionale dei cardinali, in via Kennedy 24 a Ferrara si è svolta un’assemblea altrettanto multietnica a cui invece gli uomini, e anche le donne in questo caso, erano caldamente invitati a partecipare. Si tratta dell’assemblea della storica associazione Cittadini del Mondo che da trent’anni costituisce un riferimento in città per le persone di origine straniera e non solo, e che ora è sotto sfratto per volontà del Comune.

Trattandosi di un’attività di volontariato di utilità sociale, l’associazione ha finora beneficiato di un comodato d’uso per una stanza con una saletta e un bagno, in tutto circa 50 metri quadri, alla base degli Uffici di Ferrara Tua, «che vorrebbe acquistare lo spazio», è stato spiegato. Per questo i volontari hanno invitato la cittadinanza a riunirsi per «un’assemblea di conoscenza, amicizia e una mobilitazione collettiva di sostegno per una società più giusta». Alla chiamata hanno risposto in circa duecento, nonostante la pioggia battente.

«Il comodato d’uso è scaduto nel 2024 – ha ricostruito Hasar Sahboui – noi già nel 2023 abbiamo mandato una pec al Comune per sapere come portare avanti un dialogo, ma non abbiamo mai avuto risposta. Poi un giorno, senza preavviso, durante una delle nostre lezioni d’italiano si è presentato un ingegnere del Comune, per prendere le misure della struttura, per predisporne la vendita. Per noi è stata una doccia fredda, abbiamo mandato un’altra pec e questa volta ci hanno risposto, il 7 aprile, dicendoci che dovevamo liberare tutto entro il 30 maggio. Qui dentro ci sono 30 anni di storia, non ci basterà mail il tempo, poi abbiamo le lezioni fino a giugno, uscire a fine mese significa mandare a monte tutti i percorsi formativi».

«A quel punto abbiamo chiesto un incontro all’assessore di riferimento, Cristina Coletti – ha proseguito Oligert Osmani – ho spiegato che per un cittadino di seconda generazione come me è stato fondamentale poter fare riferimento a questo luogo per integrarmi e diventare a tutti gli effetti un cittadino ferrarese e tanti come me, ma ci è stato ribadito che a fine mese dovremo uscire. L’alternativa proposta è l’ex sede della Coldiretti a Chiesuol del Fosso, ma non è praticabile per chi ha problemi di orientamento e spostamento in città come gli stranieri. Ci hanno anche suggerito di affittare uno spazio privato, dandoci un minimo contributo, ma non abbiamo economie che lo permettano. Abbiamo allora chiesto una proroga almeno fino a settembre, ma non abbiamo ancora avuto una risposta formale».

«A Ferrara - ha affermato Francesco Ganzaroli della Resistenza – è in corso un’operazione di esclusione dal centro di tutte quelle realtà che, aiutando le altre persone, risultano scomode. Il Comune prima pretende una discussione democratica, poi non risponde alle mail facendo finta di niente davanti agli sforzi di cittadini e volontari che garantiscono gratis servizi sociali. Per questo esprimiamo totale solidarietà». Tante le testimonianze di stranieri e politici dell’opposizione, Pd, civici con Anselmo e Anna Zonari. Presenti anche Cgil e Arci. Da Bologna sono venuti in sostegno Municipia Sociali, Labas, Tpo, Avs e Coalizioni Civiche. Ci sono lacrime, commozione e riconoscenza. «Sono arrivato dall’Iran un mese fa, qui ho imparato la vostra lingua e ora posso insegnarla ai miei figli». «Per me questo posto è come una madre che risolve i miei problemi». «È il primo posto che mi ha accolto in città». Sono le voci di chi arriva da America Latina, Africa, Medio Oriente.

«Cittadini del Mondo – ha raccontato il presidente Adam Atik – si è caratterizzata negli anni per offrire servizi ai cittadini stranieri come corsi di lingua, con centinaia di allievi ogni anno, doposcuola gratuiti, sportelli di supporto, assistenza e consulenza, attività sportive, ambientali e ha difeso i nuovi cittadini contro il razzismo internazionale, i Cpr, pregiudizi e discriminazioni nella politica, stampa e social, con “Occhio ai Media”, nelle strade e nei luoghi di lavoro, come con il progetto Yaya sulla profilazione razziale che ha avuto una risonanza internazionale. Mandarci via è uno schiaffo a tutto questo».