La Nuova Ferrara

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La testimonianza

Papa Leone XIV, il parroco ferrarese: «Guidò da solo 14 ore nella giungla per benedire un villaggio isolato»

Marcello Pulidori

	Al centro Robert Francis Prevost, oggi Papa Leone XIV, ai tempi del Perù
Al centro Robert Francis Prevost, oggi Papa Leone XIV, ai tempi del Perù

Ricordi e parole di stima e affetto per il nuovo pontefice

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Ferrara Sarà che quando si parla di "fede" tutto diventa possibile, anche creare un ponte ideale tra Ferrara e il Perù. Ci sarà pure un motivo se si chiama "mistero della fede". Sta di fatto che un pezzo grande del cuore del neo Papa Leone XIV, nato Robert Francis Prevost, è rivolto qui, in questa direzione, in località Sant’Egidio. Superando tutto, anche le 7 ore di fuso che separano Italia e Perù. Il più è prendere la mano con parentele e incarichi, ma in fin dei conti nemmeno più di tanto. Quindi: al Santuario della Madonna del Poggetto, simbolo di Sant’Egidio, lavora Zaida Paredes, sorella di quel Ulises che per dieci anni ha operato a tu per tu col futuro Papa Leone XIV (allora vescovo) e ricopre tuttora il delicatissimo incarico di responsabile economico di quella stessa diocesi di Chiclayo. Oggi Zaida, la sorella di Ulises, è "ferrarese" e fa l’assistente di don Giuseppe Cervesi, Rettore del Santuario del Poggetto. Guarda i casi della vita.
Il racconto
E proprio grazie al tramite di don Giuseppe e della sua assistente, la Nuova Ferrara ha potuto parlare con il più stretto collaboratore dell’attuale Pontefice: «Nel 2015 - ci spiega don Giuseppe per conto di Ulises - Prevost è stato nominato capo della diocesi di Chiclayo, in Perù. Sono stati anni molto difficili per il nostro Paese ma lui (oggi Papa Prevost, ndr) non ha mai fatto mancare lo stipendio ai dipendenti della diocesi. Ricordo che proprio in quei giorni morì mio padre e fu proprio Prevost a darmi 20mila soles (l’equivalente di 5mila euro, ndr) per poter pagare il funerale. È un uomo coraggioso, buono, giusto e di grande preghiera». Un ritratto che viene rinsaldato anche da altri episodi: «Quando parlo al telefono con mia sorella che lavora al vostro Santuario, e tante volte con lei parliamo di Prevost, molto spesso rammentiamo un episodio, quello che lo vide protagonista di un gesto eroico. Il futuro Papa, nonostante i pericoli della giungla, si mise, solo, al volante di una camionetta per raggiungere un villaggio sperduto e benedirlo. Quella volta fece 14 ore di fila alla guida. Qualsiasi altra persona sarebbe tornata a casa distrutta. Lui no. È sempre stato, e sarà sempre - si conclude il racconto di Ulises - dalla parte degli operai, dei deboli, di chi ha veramente bisogno. Perché lui è così, anche se adesso è stato chiamato a fare il Papa».