La Nuova Ferrara

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Il ricordo

La suora ferrarese e il nuovo Papa: «Prevost, per me padre nella fede»

Stefano Ciervo

	Suor Lucia Solera, il fratello monsignor Roberto e la madre
Suor Lucia Solera, il fratello monsignor Roberto e la madre

Il futuro pontefice cercò personalmente una casa per il monastero

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Migliarino Lo aveva notato lei, assieme alle sue sorelle, che hanno avuto modo di conoscerlo bene, all’ingresso del Conclave: «Quant’è serio, teso e pensieroso il cardinale», e in qualche modo si era formato il pensiero che il compito più gravoso gli stesse per salire sulle spalle. Suor Lucia Solera, superiora delle Agostiniane di Rossano Calabro, ieri era nella casa della sua famiglia, a Migliarino, accanto al fratello monsignor Roberto. E da lì ha ricordato gli anni condivisi con l’attuale Papa Leone XIV, nell’impresa d’insediare un nuovo convento in Calabria della quale l’allora Superiore generale degli Agostiniani fu protagonista in prima persona. «Per spiegare chi è il nuovo Papa basti ricordare quello che ha fatto per noi - è il racconto di suor Lucia - Quando venne presa la difficile decisione di spostarci dall’Eremo di Lecceto, nel Senese, lui avrebbe potuto inviare un emissario o limitarsi ad uno scritto. Invece venne di persona a incoraggiarci ed aiutarci concretamente nell’impresa, la vedeva come una missione evangelizzatrice in una terra complessa. Ricordo come accompagnò un gruppo di suore, tra le quali anch’io, nell’incontro con il vescovo di Rossano, e fu lui a cercare uno stabile provvisorio dove alloggiarci, suggerendolo al vescovo. Un vero padre nella fede e nell’ordine». La vicenda risale al 2007, l’avvio della comunità di Rossano è del 2009. La suora ferrarese, 52 anni, lontana da casa ormai da quando prese i voti nel 1998, ha poi rivisto qualche mese fa a Roma l’allora cardinal Prevost, «si ricordava benissimo di noi e non ci ha fatto mancare la sua affabilità»; la sua nomina a Papa «è stata un’emozione immensa, naturalmente abbiamo festeggiato tra di noi, anche con i dolci, certo». E un clima di festa si respirava ieri anche nel Ferrarese, mentre mons. Solera ha ricordato durante la messa la conoscenza della sorella con il nuovo Papa, del quale nell’abitazione di famiglia conservano una testimonianza non da tutti: «Si tratta di una pergamena firmata da lui, naturalmente come Superiore degli Agostiniani, e donata come si suole fare in quell’ordine ai genitori della religiosa appena accolta». Ora è incorniciata alla parete e da lì non la toglieranno più: anche nel Ferrarese c’è un pezzo delle opere che, sommate una all’altra, hanno portato un missionario americano al soglio di Pietro.