Ferrara, pestaggio di piazza Ariostea. Chiesta la condanna per due bulli
Verso la conclusione il processo agli aggressori di un ragazzino minorenne
Ferrara Si avvia verso la conclusione il processo per uno degli episodi di bullismo più gravi accaduti negli ultimi anni a Ferrara. La procura ha chiesto la condanna per entrambi gli imputati già al tempo maggiorenni che parteciparono all’insensato pestaggio di un ragazzo al tempo minorenne, avvenuto il 7 novembre del 2021 in piazza Ariostea e nelle vie limitrofe. Un anno di reclusione la pena richiesta dal pm per entrambi i giovani, un ragazzo moldavo ospite di una struttura di accoglienza e un italiano di seconda generazione residente in Veneto, entrambi 23enni. La decisione è prevista per l’8 luglio.
I due non erano stati gli iniziatori delle violenze – nate dopo una innocente richiesta di una sigaretta da parte della vittima – ma l’hanno sicuramente rinfocolata, divenendone protagonisti principali. Uno dei due in particolare, il ragazzo moldavo, è colui che secondo l’accusa – che ha visto varie conferme nel corso delle indagini e del processo – ha sferrato il colpo più violento e con gli effetti più gravi di tutti, almeno dal punto di vista squisitamente fisico: un pugno all’orecchio che ha provocato la perforazione del timpano. A lui, peraltro, la vittima si era rivolto inizialmente come a cercare sostegno dopo le prime violenze subite da parte di altri soggetti di minore età, spiegando che aveva solo chiesto una sigaretta e non aveva fatto niente.
L’aiuto, gli imputati lo avevano dato agli aggressori che alla richiesta di una sigaretta avevano menato le mani, raggiungendo il ragazzo mentre provava ad allontanarsi da piazza Ariostea e colpendolo con un altro pugno in faccia, nonostante il tentativo degli amici e dei passanti di difenderlo.
Un pestaggio di gruppo assurdo e insensato che ha lasciato nella vittima un profondo quanto comprensibile stato di turbamento, con frequenti crisi di panico, la paura perfino di andare a scuola e la necessità di un supporto psicologico.
Un pestaggio di gruppo che ha ovviamente segnato anche i genitori del ragazzo, che gli sono sempre stati a fianco e lo hanno sostenuto anche portando avanti un processo nel quale il risarcimento del danno non è sicuramente il fine ultimo.
«Pur essendo informati circa le difficoltà di ottenere un risarcimento – ha spiegato nella sua arringa l’avvocato Carmelo Marcello, che li assiste – hanno voluto partecipare attivamente al processo, supportare il loro figlio e denunciare un deplorevole fenomeno sociale, quello delle aggressioni di minori da parte di altri minori o di maggiorenni che lede la dignità di chi lo subisce. Un fenomeno sempre più dilagante anche tra i giovani della nostra città». E che non deve essere conseguenze per chi se ne rende protagonista. l
D.O.
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