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Il cantiere

Ferrara, tempi incerti sulla riapertura della sala Boldini

Andrea Mainardi
Ferrara, tempi incerti sulla riapertura della sala Boldini

Lavori infiniti, lo spazio è chiuso da anni. Da rifare il muro di confine col Conservatorio

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Ferrara Nuovo capitolo per la "saga" legata alla ristrutturazione della Sala Boldini che si trascina ormai da anni tra ritardi e traversie. La situazione, se possibile, sembra complicarsi ulteriormente perché sono necessarie nuove lavorazioni non comprese nel contratto iniziale tra il Comune e la ditta Consorzio Camar. Sarà infatti necessario, demolire la parete in confine con il Conservatorio nella zona palco la cui ricostruzione verrà realizzata nell’ambito dei lavori del Conservatorio stesso. Si intrecciano quindi i due cantieri che non brillano per celerità e come tempistiche, questa variante in corso d’opera legata alla demolizione, ha come termine il 31 maggio 2025. Stato attuale Attualmente l’edificio è ancora un grande cantiere a tutti gli effetti con l’intonaco degli esterni sempre più scrostato e la scritta "entrata sale Boldini" che mostra i segni del tempo. Entrando, la quantità e qualità delle finiture già completate cozza con gli ambienti ancora spogli dove si trovano tutti i detriti delle lavorazioni. Alcuni elementi come il tetto, il sistema di condizionamento, l’impianto elettrico e i bagni (senza i sanitari) sono già pronti all’uso. Suggestivo ma ancora nel pieno dei lavori anche l’ambiente delle "grotte" del Boldini con le splendide arcate con pietra a vista che fanno "a pugni" con le intonacature circostanti ancora da completare. Altrettanto affascinante al momento il grandissimo spazio vuoto dove erano situati palco e platea. Anche in questo ambiente i lavori legati all’impiantistica sono piuttosto avanzati mentre la parte edile sembra ancora ben lungi dall’essere realizzata.
Lavori infiniti
È del 2 ottobre 2020 la determina comunale per l’approvazione dei lavori per oltre un milione di euro tra contributi regionali, compensazioni statali e proventi da concezioni edilizie. A marzo 2021 i lavori vengono assegnati alla ditta Stabile Restore di Napoli, il cui contratto viene però stracciato a settembre 2023 per gravi inadempienze. Oltre un anno dopo la "palla" passa al consorzio reggiano Camar. I lavori riprendono a giugno 2024 con scadenza a fine anno ma a gennaio 2025 viene approvata una prima variante per sanare una situazione "imprescindibile per proseguire il cantiere in sicurezza". Ora la seconda e nuova variante entra in gioco e sul tavolo restano quasi 650 mila euro di opere ancora in corso, per la cui fine ancora non si vede la luce in fondo al proverbiale tunnel.