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Hashish dalla Spagna via corriere. Nei “locker” di Ferrara oltre 15 kg di droga

Hashish dalla Spagna via corriere. Nei “locker” di Ferrara oltre 15 kg di droga<br type="_moz" />

Un 25enne condannato a tre anni, in casa aveva anche 9mila euro  in contanti

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Ferrara Il Paese di spedizione era la Spagna. I punti di consegna erano dei “locker”, le cassette postali usate da Amazon, e ormai anche da altri servizi, come alternativa alla consegna dei pacchi a casa. I pacchi, però, non arrivavano da nessun grande o piccolo e-commerce, non di quelli legali almeno. Come non era legale il contenuto: hashish. Tanto hashish: più di 15 chilogrammi divisi in tre spedizioni, tutte inviate dalla Spagna.

Il destinatario del carico, arrivato via corriere come una normale spedizione, era un giovane italiano di 25 anni, è stato condannato ieri mattina a tre anni di reclusione, con il rito abbreviato, che potrà trasformare in lavori di pubblica utilità: a metà luglio il giudice dell’udienza preliminare Andrea Migliorelli dovrà valutare la congruità del progetto lavorativo che verrà presentato dalla difesa.

Il processo nasce in parte dal caso, in parte dalla capacità dei carabinieri di leggere la situazione che avevano davanti. Nel novembre scorso, infatti, mentre erano impegnati in via Padova in un servizio sempre legato allo spaccio di stupefacenti, i carabinieri del Nucleo operativo hanno notato un ragazzo che si aggirava nei pressi di un distributore di benzina, guardandosi attorno e con fare un po’ agitato che ha fatto drizzare le antenne dei militari. Il giovane è stato così osservato mentre si recava nel “locker” ospitato nella stazione di servizio e da lì prelevare un pacco. La mossa vincente è stata continuare a sospettare di quella situazione e decidere di controllarlo. Ed è così che dal pacco sono spuntati fuori circa cinque chilogrammi di hashish. E non solo: c’era anche la “chiave” per trovare tutto il resto della spedizione. Innanzitutto un dispositivo AirTag di Apple, un piccolo bottoncino contenente un localizzatore Gps, usato per tracciare la posizione del pacco. Poi due fogli contenenti due QrCode, codici da leggere con la fotocamere dello smartphone o appositi lettori, che in questo caso erano i codici di spedizione per poter ritirare in altri due “locker” della città (situati in via Ravenna e in via Canapa) altri due pacchi contenenti altri dieci chili di hashish, sempre provenienti dalla Spagna. In tutto, 154 panetti.

Ma da scoprire non c’era solo la droga. Dopo il ritrovamento di un quantitativo così grosso di hashish è stato naturale andare a vedere cosa ci fosse a casa del ragazzo. E qui la seconda sorpresa: c’erano oltre 9mila euro in contanti.

Tutto finito sotto sequestro, con il massimo riserbo nella speranza di riuscire a individuare il giro di fornitura. Il ragazzo ha collaborato nello spiegare il sistema di consegna, ma di più non ha detto su chi stava dietro la spedizione dalla Spagna. E di più non sembra sia stato possibile ricostruire. Vicolo cieco.

Ieri, allora, il capitolo finale della vicenda, con il processo al ragazzo, che ha scelto la strada del rito abbreviato. Il pubblico ministero aveva chiesto per lui una condanna a tre anni e quattro mesi di reclusione, il giudice ha deciso per una pena leggermente inferiore, a tre anni, che permette all’imputato di convertire la reclusione con lavori di pubblica utilità. l

Daniele Oppo

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