Morto Pepe Mujica, da guerrigliero a presidente. Nel 2016 incontrò gli studenti a Ferrara
Guidò l’Uruguay dal 2010 al 2015. Fu icona della sinistra, stimato per la sua semplicità. Ai ragazzi disse: «Vivete con la voglia di vivere e la forza di rialzarvi»
Ferrara Morto José “Pepe” Mujica, presidente dell’Uruguay dal 2010 al 2015 e icona della sinistra in America Latina, si è spento a 89 anni dopo aver lottato a lungo contro un cancro all’esofago. Mujica è spirato martedì 13 maggio, una settimana prima del suo novantesimo compleanno. Quasi dieci anni fa, nel novembre del 2016, l’ex presidente dell’Uruguay era stato a Ferrara in occasione dell’uscita di “Una pecora nera al potere. Pepe Mujica, la politica della gente” libro scritto Andrés Danza ed Ernesto Tulbovitz e pubblicato dal Gruppo Editoriale Lumi di Bondeno. A mettere in piedi la trasferta ferrarese di Mujica, erano stati Riccardo Bizzarri, allora sindaco di Masi Torello, e l’editore Gabriele Manservisi. Mujica aveva incontrato prima gli studenti dei licei Ariosto e Roiti poi si era spostato a Modena ed era tornato in città per incontrare gli studenti dell’università di Ferrara e i cittadini.
Il messaggio
Mujica, che guidò il Paese con i sandali e percependo un compenso che equivaleva ad appena ottocento euro al mese, aveva incantato oltre trecento ragazze e ragazzi delle scuole superiori con le sue parole. «Dovete vivere con voglia di vivere. Magari vi innamorerete poi forse vi lascerete, però dovrete sempre trovare la forza di rialzarvi. La stessa cosa potrà valere per il mondo del lavoro, anche lì dovrete trovare la forza di reinventarvi perché, i veri sconfitti, sono quelli che rinunciano. Vivere vuol dire saper ricominciare e non c’è un premio alla fine del cammino ma la bellezza è proprio il cammino stesso». Poi sempre parlando agli studenti aveva detto: «Nel mondo c’è molta ricchezza ma, purtroppo, è anche molto mal distribuita. Dobbiamo lottare per l’uguaglianza. Dobbiamo lasciare alle nostre spalle la civiltà dello spreco, dobbiamo lavorare alla costruzione di una società basata sulla solidarietà intergenerazionale. Ci saranno sempre l’Italia, la Germania, gli Stati Uniti, ma dobbiamo iniziare a pensare come specie, perché i poveri dell’Africa sono anche nostri, i problemi sono nostri ed è per questo che dobbiamo creare una società che non pensi come Paese, bensì come specie umana».
Presidente coi sandali
Mujica, figlio di agricoltori e agricoltore a sua volta, visse quattro vite: rivoluzionario, prigioniero, uomo libero e presidente. Nato a Montevideo il 20 maggio del 1935, negli anni Sessanta e Settanta fece parte del movimento di guerriglia urbana Tupamaros. Finì in carcere poco prima del golpe in Uruguay. Dietro le sbarre ci rimase per circa 15 anni. Solo a metà anni Ottanta, dopo il ritorno della democrazia e grazie a un’amnistia, Mujica tornò in libertà. Dal 1994 fu deputato a Montevideo, poi senatore dal 1999, nel 2005 è stato nominato ministro dell’Allevamento dal neoeletto Presidente della Repubblica Tabaré Vázquez, fino a diventare poi lui stesso presidente. Nonostante questa scalata Mujica non ha mai tradito le sue umili origini, ha sempre devoluto la maggiore parte del suo stipendio in beneficenza e ha continuato a vivere nella sua casetta circondato dagli affetti e dagli amici di una vita. Parlando alle ragazze e ai ragazzi di Ferrara si soffermò anche sul concetto di povertà e ricchezza: «Seneca diceva che è povero chi ha bisogno di tanto. Chi è schiavo dei beni materiali ed è talmente occupato ad accumulare da non aver tempo di godere di ciò che lo circonda, secondo, me è veramente povero. Per essere felici non c’è bisogno di tanto perché, se non lo ottieni con poco, non raggiungerai mai la felicità perché la felicità è dentro di te. Non voglio – aveva detto - fare un’apologia della povertà ma semplicemente cercare la felicità dentro di noi».
Ad annunciare la morte di Mujica, con parole toccanti e commosse, è stato l'attuale presidente uruguaiano Yamandú Orsi che ha detto: “È con profondo dolore che annunciamo la scomparsa del nostro compagno Pepe Mujica. Presidente, attivista, riferimento e leader. Ci mancherai tanto, caro. Grazie per tutto ciò che ci hai dato e per il tuo profondo amore per il tuo popolo”.