Alluvione Emilia Romagna, risarcimenti frenati dalla burocrazia
Due anni fa l’acqua invase la Romagna: il bilancio drammatico fu di 17 vittime e 8,5 miliardi di danni
Bologna Due anni, 17 vittime e 8,5 miliardi di danni certificati dall’Ue. Sono passati 743 giorni dall'emergenza della prima alluvione e, in Emilia-Romagna, si continua a lavorare senza sosta. Ieri, il presidente della Regione, Michele de Pascale, ha ripercorso le sue fasi più drammatiche, ricordando le 17 vittime del maltempo. «Quel dramma ci ha cambiato - ha sottolineato insieme alla sottosegretaria regionale con delega alla Protezione civile, Manuela Rontini -. L'Emilia-Romagna vuole mettersi in sicurezza di fronte a eventi senza precedenti e all'effetto dei cambiamenti climatici. Continueremo a farlo in un'ottica di collaborazione con il Governo e la struttura commissariale». Dal maggio 2023, sono stati programmati interventi per più di 2,7 miliardi di euro solo per la ricostruzione pubblica, di cui 490 milioni dedicati alle prime opere di somma urgenza. Oltre 2mila gli interventi sulla viabilità, per 1,36 miliardi. All’iniziativa era presente anche lo scrittore Cristiano Cavina, originario di Casola Valsenio (Ravenna), che ha da poco pubblicato “Tropico del fango”: un memoir tra ironia e poesia della sua esperienza da alluvionato. D'ora in poi – ha annunciato de Pascale - tutti gli interventi programmati di ricostruzione, quelli già finiti, i cantieri in essere e quelli pianificati, sono online su un portale ad hoc a disposizione di tutti. «Il nostro dovere – ha sottolineato - è accelerare sulle opere di messa in sicurezza e aiutare chi ha subito danni ingentissimi a vedere presto rimborsi degni di questo nome». «Sono stati stanziati dal Governo per il post alluvione 2,8 miliardi per opere pubbliche, già quasi integralmente identificate e destinate – ha tirato le fila il governatore dem - . Molte sono già concluse, per altre ci sono cantieri in corso. Rimangono 50-60 milioni che dovranno essere destinati a breve. Con queste risorse, però, non si riesce a completare la ricostruzione soprattutto delle opere in Appennino. Mancano risorse significative per la viabilità di montagna».
Resta, poi, da risolvere il nodo dei risarcimenti. «Il numero di domande è imparagonabilmente più basso rispetto a chi è stato realmente colpito dalle alluvioni: bar, piccole imprese e cittadini avevano richieste di indennizzo per 15-16.000 euro ma, davanti a perizie che erano complesse e a spese che avrebbero dovuto anticipare, alla fine hanno desistito», ha spiegato de Pascale «Le risorse per gli indennizzi sono attorno al miliardo e 900mila euro, di cui 700 milioni a credito di imposta e 1,2 miliardi di risorse fisiche nelle disponibilità del commissario. Di queste, 300 milioni circa sono state già erogate», ha specificato. «Da una prima lettura del nuovo decreto - anticipa, però, il governatore - molte delle semplificazioni che avevamo richiesto sono state previste». Come «una procedura ultra semplificata per importi medio piccoli che interesserà tanti cittadini, perché, per una famiglia, 15.000 euro di danni sono comunque pesanti. Il nuovo decreto – ha concluso -, inoltre, estende l'accesso alle risorse anche a chi è stato colpito nel 2024». «È importante ristabilire con chiarezza la realtà dei fatti e riconoscere il ruolo decisivo del Governo nazionale, che ha garantito fin da subito un impegno straordinario per affrontare l'emergenza e sostenere la ripartenza dei territori colpiti», rivendica la capogruppo regionale di FdI, Marta Evangelisti mentre il capogruppo dei Civici con de Pascale in Regione, Vincenzo Paldino, sottolinea che «occorre che il Governo stanzi maggiori fondi per completare la ricostruzione della viabilità in Appennino e lo faccia il prima possibile» e avverte che «terremo monitorata la situazione finché non verrà corrisposta la totalità dei risarcimenti». Intanto sta per arrivare l'ordinanza sulla delocalizzazione delle case a rischio per frana. «La speranza è che a giorni possa uscire – ha spiegato de Pascale -. Abbiamo spronato il commissario e il Governo a prevedere una cifra più alta, però ormai siamo arrivati al dunque: questa ordinanza deve uscire».