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Causa ad Asl e Sant’Anna. Oltre 50mila giornate di ferie non smaltite

Causa ad Asl e Sant’Anna. Oltre 50mila giornate di ferie non smaltite

Il sindacato Anaao contesta anche il reclutamento di personale fuori dagli accordi sindacali

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Ferrara «Lo abbiamo ribadito per anni ai direttori di Asl e Sant’Anna ma l’organizzazione del lavoro – nonostante i nostri ripetuti solleciti ad affrontare la questione – non ha tenuto conto di diritti fondamentali dei dipendenti. Ora siamo arrivati ad un punto non più sostenibile, quindi sarà un giudice a decidere. E la questione delle ferie non godute dalla dirigenza sanitaria (composta da medici e altri professionisti, ndr) non sarà l’unica ad arrivare in tribunale. Stiamo già lavorando sulla seconda denuncia».

Pierluigi Api, referente provinciale del sindacato Anaao-Assomed, ha raccolto assieme ai collaboratori i dati che saranno trasmessi dall’ufficio legale del sindacato al Tribunale del Lavoro di Ferrara per dirimere il contenzioso delle ferie arretrate e non smaltite, un tema che accomuna le due aziende estensi alle altre 11 aziende sanitarie emiliano romagnole. Tutte porteranno la questione ferie, con motivazioni simili, nei tribunali di riferimento del territorio.

Le 13 cause di lavoro promosse dal sindacato sono circa un quarto di quelle che la stessa Anaao ha intentato contro 50 Asl e aziende ospedaliere a livello nazionale contestando la violazione della normativa su orario di lavoro, ferie, turni e libera professione, fino alle carenze sul versante della sicurezza. In Emilia Romagna il contenzioso giudiziario è stato aperto sulle ferie. E i motivi sono noti, aggiunge Api.

«Forse, però, non si conoscono i dettagli e quanto effettivamente pesa sul personale e sulle relative famiglie l’accumulo di queste giornate trascorse al lavoro a dispetto di quanto dispone il contratto di categoria per la salvaguardia dei diritti e delle esigenze del lavoratore che ha anche una vita fuori dall’azienda», aggiunge il sindacalista. I numeri Api li ha messi insieme in un paio di fogli che riassumono la situazione nelle due aziende sanitarie della provincia.

I numeri raccolti fino ad oggi e inseriti nella documentazione a sostegno della causa legale sono aggiornati al 30 giugno del 2024, «quindi verosimilmente fotografano una situazione che sarà probabilmente peggiorata nei sei mesi successivi», osserva il coordinatore territoriale di Anaao-Assomed. Il numero totale delle giornate di ferie non godute supera – calcolate al 30 giugno dell’anno scorso – la quota di 50mila, secondo le tabelle inviate al sindacato da Asl e Sant’Anna.

I dirigenti sanitari dell’azienda ospedaliera erano 482 al 31 dicembre 2024, precisa Api, con una somma complessiva di ferie arretrate, da smaltire, pari a 30.914 giornate e una media a persona di circa 65 giornate. Simile la situazione all’Asl, dove nel corso del tempo si sono accumulate, sempre al 30 giugno dell’anno scorso, circa 22.700 giornate e una media per dirigente sanitario (al 31 dicembre 2024 erano 421)di 54 giornate.

«Sono numeri, e parliamo di medie, veramente significativi, inaccettabili – il commento di Api – A definire la materia ci sono tre “paletti” che vanno rispettati: conteggiando tutte le voci, i dirigenti sanitari hanno 36 giorni di ferie all’anno, questi giorni vanno smaltiti entro l’anno di riferimento (tranne che per “esigenze indifferibili”, nel qual caso la scadenza viene spostata al 30 giugno dell’anno successivo), esistono inoltre periodi durante l’anno (come quello estivo) in cui deve essere garantito il godimento di una quota di queste giornate. Ma le due aziende da anni non rispettano la normativa». Api annuncia che «stiamo raccogliendo la documentazione per una seconda azione legale, per comportamento antisindacale. Ci riferiamo all’operato dell’ex direttrice Monica Calamai (dallo scorso febbraio al vertice delle due aziende è subentrata Nicoletta Natalini, ndr). Abbiamo appreso durante l’ultima riunione della Conferenza socio-sanitaria che l’anno scorso sono state effettuate assunzioni al di fuori di ogni accordo sindacale. In estate avevamo chiesto di incontri per confrontarci sull’argomento senza ricevere risposta. Poi abbiamo saputo che la direzione si è mossa evitando di consultare il sindacato, riteniamo che ci siamo tutti gli elementi per poter contestare la condotta antisindacale». 

Gi.Ca.


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