Quando la spesa diventa un lusso: a Ferrara rincari anche del 18% in un anno
Ad aprile inflazione stabile in città ma sempre oltre la media nazionale
Ferrara L’inflazione nel complesso resta stabile anche a Ferrara, ma si tratta di una media soprattutto tra le maggiori tipologia di spesa. Nel mese di aprile, in base ai dati diramati dall’Ufficio Statistica del Comune di Ferrara, il tasso tendenziale che rappresenta la variazione dei prezzi rispetto all’analogo mese dell’anno precedente (aprile 2024) registra un +2,2%, che non si scosta quindi dall’inflazione annua raggiunta lo scorso marzo. Ferrara si conferma con un tasso tendenziale superiore alla media nazionale che anche ad aprile ha registrato un +1,9% ed entra pure in questo mese nel novero delle città più care d’Italia. Questa sostanziale parità (confermata anche dal tasso congiunturale su base mensile con appena lo 0,1% in più) va però scorporata con una forte contrazione per le spese relative alle utenze domestiche (in un solo mese si registra un -3,5%) e per contro un ulteriore aumento delle spese per i generi alimentari. In un anno questa tipologia primaria ha fatto segnale un +3,4%, ma non dimentichiamo che negli anni precedenti si erano accumulati aumenti anche in doppia cifra, con alcuni generi che nel giro di un triennio sono raddoppiati di prezzo. Il carrello della spesa diventa sempre più oneroso. Nonostante le offerte, gli sconti e l’agguerrita concorrenza tra iper, market, discount e botteghe alimentari, acquistare generi alimentari diventa ogni giorno un attento esercizio di economia domestica. Anche mangiare in pratica sta diventando un lusso.
A Ferrara i generi alimentari che in un anno hanno avuto i maggiori aumenti di prezzo sono stati: il caffè con un +18,9%, seguito dal burro +17,3% e dal cacao che completa il podio con un +13,6%. Anche la frutta ha subito importanti aumenti, quello generalizzato è fissato in un +10,1%, con le gettonatissime mele a +5,5%. Di conseguenza anche le confetture di frutta non stanno a guardare e segnano un +4,9%. Non scherzano nemmeno verdure e vegetali con un complessivo +6,8%. Notizie poco rassicuranti per il borsellino delle famiglie arrivano anche dal settore carne con il pollame che fa segnare un +5,4% e i prodotti preparati a base di bovino e suino +6,1%. Incrementi pure per i prodotti freschi di pasticceria con prezzi più amari che dolci (+ 5,3%). Non si salva nemmeno la pizza: +4,8%.
Da segnalare invece i cali dell’olio dell’oliva con -12,4% e dello zucchero -5%.Le impennate dei costi dei generi alimentari hanno fatto salire anche i costi della ristorazione. E così gli incrementi più rilevanti si sono registrati nei servizi al bar con un +9%, seguito dal food delivery (consegna del cibo a domicilio) con +5,8%, prodotti alimentari nei distributori automatici: + 4%, consumazioni in pizzeria: +3,9%, ristorazione take away (servizio di asporto): +2,4%, fast food: +2,4%, self service: +2,2% e ristoranti: +1,4%.In conclusione, tirando le fila delle varie tipologie di spesa e delle variazioni dei rispettivi indici dei prezzi al consumo che vanno dall’abbigliamento agli energetici, dai trasporti al tempo libero, la costante sempre in crescita rimane invece quella dei generi alimentari. Di questo passo, visto che nel frattempo gli stipendi non sono aumentati, si arriverà a fare un mutuo anche per fare la spesa?