Contatti sospetti con la mafia, azienda in provincia di Ferrara rischia l’interdittiva
Dalla Prefettura preavviso di esclusione dalla white list. Tra gli indici di pericolo ci sono i legami con persone e società considerate già infiltrate
Ferrara Un’azienda con sede nella provincia di Ferrara e attiva nel settore dell’edilizia rischia di ricevere un’interdittiva antimafia. La Prefettura, infatti, ha recentemente inviato un preavviso di diniego all’inserimento dell’azienda nella cosiddetta “white list”, ovvero nell’elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa.
Il preavviso elenca una serie di circostanze molto allarmanti che portano l’Ufficio territoriale del governo a essere sulla via di adottare una misura così drastica per l’azienda. Secondo la Prefettura di Ferrara «l’esposizione dell’impresa alle ingerenze della criminalità organizzata si desume: dagli stretti legami esistenti a livello societario e personale con imprese e soggetti riconducibili alla famiglia (il nome è oscurato, ndr)), i cui componenti sono e sono stati interessati da gravi vicende aventi rilevanza ai fini antimafia; dalle risultanze fiscali e dall’elenco dei clienti/fornitori, da cui risultano solidi rapporti di natura economica con imprese destinatarie di provvedimenti interdittivi antimafia ovvero gestite da soggetti con gravi precedenti penali e di polizia; dalle frequentazioni dell’institore (ovvero un preposto dal titolare all’esercizio dell’impresa, ndr), che è stato controllato dalle forze dell’ordine in compagnia di persona con precedenti di polizia; dalle criticità emerse a carico dei dipendenti, presenti nella lista dei lavoratori per gli anni 2022 e 2023 (...); dalle vicende proprietarie di alcuni veicoli intestati a codesta impresa, che risultano in precedenza intestati a imprese destinatarie di provvedimenti interdittivi antimafia».
Del procedimento si apprende grazie a una sentenza del Tribunale amministrativo dell’Emilia-Romagna, pubblicata nei giorni scorsi, che ha respinto il ricorso presentato dall’azienda contro il diniego all’accesso agli atti opposto dalla Prefettura alla richiesta della stessa azienda, che ovviamente puntava ad avere alcune informazioni necessarie per potersi difendere nel procedimento amministrativo. Per il Tar, la Prefettura ha agito correttamente, essendo le informazioni richieste relative ad altri procedimenti e a indagini e, dunque, al momento non rivelabili.
«Volevamo avere dei documenti, ma il Tar ha stabilito che essendo secretati non si possono avere», spiega l’avvocato Mario Caliendo, che assiste l’impresa. «I contatti ci sono stati, ma sono stati di tipo occasionale, la misura più giusta, secondo noi, sarebbe quella del monitoraggio da parte della Prefettura, che evita la ma misura interdittiva, che è l’extrema ratio».
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