La Nuova Ferrara

Goro Non ci fu alcuna minaccia né nei confronti del presidente del Copego, Massimo Genari, né nei confronti del consorzio stesso, nelle parole pronunciate Sandro Suncini nell’incontro tenutosi in Comune il 5 giugno del 2020, a seguito della crisi scoppiata tra pescatori e molluschicoltori dovuta anche al Covid-19. Si parlava, al tempo, della delicata questione dell’estromissione di alcuni soci dal consorzio, che creò non pochi malumori in paese. Suncini, che del Copego è stato presidente circa 10 anni fa, disse senza mezzi termini che «se la situazione non si risolve, ci saranno gravi problemi di ordine pubblico con possibili morti». Una frase udita dall’allora sindaco Diego Viviani e altri membri della sua giunta che decisero di redigere un verbale e inviarlo alle forze dell’ordine per le verifiche del caso. Per quelle parole Suncini venne denunciato da Genari, ritenendosi minacciato e ritenendo minacciata anche il Copego (in realtà non vi è stata poi nessuna delibera assembleare che lo autorizzasse ad agire in giudizio per questo). Alcuni giorni fa il giudice di pace ha deciso che non vi era alcuna minaccia in quelle parole: il fatto non costituisce reato. «Siamo molto soddisfatti - commenta l’avvocato Simone Bianchi -. Suncini aveva solo paventato le possibili conseguenze sociali dovute alle estromissioni ma non ha mai fatto alcuna minaccia». In quel processo, nato dalla stessa assemblea, erano imputati di diffamazione due uomini. Uno di essi, Denis Finessi, è stato condannato a 500 euro di multa e a risarcire il danno per aver dato più volte dei «mafiosi» agli amministratori del Copego. Per l’altro imputato, Adamo Suncini, è stata pronunciata sentenza di non doversi procedere: le parole a lui attribuite non erano rivolte a chi ha denunciato.