La Nuova Ferrara

Ferrara

Il caso

L’emporio solidale ha chiuso a Comacchio. Rapporti difficili tra volontari

Katia Romagnoli
L’emporio solidale ha chiuso a Comacchio. Rapporti difficili tra volontari

A salvarlo arriva Auser: «Resta un punto fondamentale»

3 MINUTI DI LETTURA





Comacchio Sospese, per motivi tecnici, come si legge nell’avviso pubblico esposto davanti al cancello di ingresso di via Marina, le attività dell’emporio solidale “Di Casa in Casa”. Da dieci anni il servizio tende una mano agli invisibili, fornendo indumenti usati e scarpe ancora in buono stato, ma anche cappotti, camicie, giocattoli, passeggini, carrozzine per bambini, biancheria per la casa usata (tende, tappeti, asciugamani, tovaglie), a quei nuclei familiari che versano in condizioni di svantaggio socio-economico.

La soglia della povertà suscita senso di pudore a rivolgersi alle istituzioni, tra molti di coloro che, per i più svariati motivi hanno perso il lavoro o faticano a reinserirsi nel mondo del lavoro stesso. Il martedì e il giovedì dalle 15 alle 17 e il mercoledì dalle 10 alle 12 l’emporio solidale “Di Casa in Casa” si era trasformato in un punto di riferimento per chi, oltre a poter contare sulla distribuzione di abbigliamento usato e di oggetti di prima necessità, poteva cogliere anche solidarietà e parole di incoraggiamento. Sulla chiusura, dettata da “motivi tecnici” del centro l’amministrazione comunale non entra nel merito, in quanto la gestione, a seguito di apposita convenzione, è stata affidata all’Auser di Ferrara. Secondo informazioni raccolte, una serie di divergenze tra volontari, sarebbe all’origine della chiusura provvisoria del centro. Il neoeletto presidente dell’Auser provinciale, Roberto Zapparoli, dopo aver precisato che «non vogliamo soffermarci su polemiche pregresse, si tratta di una vicenda chiusa. Siamo fattivamente impegnati nella ricerca di una nuova volontaria, che subentri nella gestione dell’emporio. La nostra volontà, condivisa con l’amministrazione comunale resta quella di riaprire al più presto il centro che, va detto, ha sempre funzionato. Tra Auser e Comune di Comacchio intercorre una convenzione per la gestione del servizio – prosegue Zapparoli -, convenzione che noi intendiamo rispettare e portare avanti. Contiamo di essere vicini ad una soluzione, in sintonia con le aspettative del Comune di Comacchio». Per l’emporio “Di Casa in Casa”, che sino al 2019 ha avuto sede al pian terreno di Palazzo Patrignani, è quindi vicina una svolta. Il centro aveva subito uno stop forzato, dapprima per i problemi statici che decretarono la chiusura dello storico palazzo, negli anni ’90 sede del potere politico. Subito dopo era stata la pandemia a fermare l’apprezzato servizio, che ha sempre contato anche sulla generosità di chi donava indumenti e prodotti usati, ancora in buono stato. Dal 3 febbraio 2023, dopo lavori di ristrutturazione in spazi comunali rinnovati e riqualificati sotto alla Galleria Edgardo Fogli, cessato il periodo più critico della pandemia, “Di Casa in casa” era tornato ad essere un punto di riferimento per le fasce più deboli della popolazione. La gestione del centro, affidata ad Auser, è proseguita anche dopo l’ulteriore trasferimento, nell’ottobre 2024, in via Marina, nei locali dell’ex dispensario, dove si è trasferito anche il centro sovracomunale “La Libellula”. Poi a sorpresa, una nuova battuta d’arresto “per motivi tecnici”, originati da contrasti tra volontari. L’attenzione di Auser e Comune è massima, con l’obiettivo di ripristinare il servizio, nel breve. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA