Ferrara, paga le figurine dei Pokemon con soldi falsi
I colpi ai danni di un’edicolante con banconote da 20 e 50 euro
Ferrara L’esca è una bustina di figurine dei Pokemon. Di quelle che in questo periodo vanno a ruba per l’uscita di una serie rara, e che costano 5 euro l’una. Nelle tabaccherie e nelle edicole si esauriscono in poco tempo, con un avvicendarsi frequente di clienti. Ed è forse proprio per questo che sono state scelte per piazzare banconote false ai commercianti.
Lo ha sperimentato sulla sua pelle Elena, che insieme al marito gestisce un’edicola in Borgo Punta. Per due volte, nel giro di una settimana, è stata pagata con denaro falso: prima con una banconota da 20 euro, poi con una da 50. È successo, racconta lei stessa, tra la fine di aprile e l’inizio di maggio. «Si è presentato un cliente che non avevo mai visto prima, ha chiesto una bustina di Pokemon e mi ha dato 20 euro. Guardando meglio la banconota ho notato che era strana, così ho provato a rincorrerlo ma era già sparito». I sospetti vengono confermati dalla banca, a cui Elena si rivolge per una verifica al denaro: si trattava, appunto, di una “patacca”.
La settimana successiva, il bis, e sempre in giornate in cui il marito di Elena è impegnato in altre incombenze, e lei dunque è sola nel chiosco. L’uomo è quasi sicuramente lo stesso della volta precedente, ma forse non sa che lei aveva scoperto l’inganno e si ripresenta all’edicola. Indossa comunque una tuta, con il cappuccio ben sollevato sulla testa a oscurargli il viso, ed Elena, che vede ogni giorno molte persone, non lo riconosce. Questa volta il “falsario” alza la posta e paga la bustina da 5 euro con un pezzo da 50. La contraffazione è più sofisticata della precedente, e lì per lì l’edicolante non sospetta nulla: «Erano del tutto e per tutto identici ai soldi veri». La brutta sorpresa arriva con il trasferimento in banca, dove il cinquantone non supera i controlli e viene sgamato.
E oltre al danno, per Elena si aggiunge la beffa di dover pagare altri sette euro e mezzo per la raccomandata prevista dalle procedure per il ritiro della banconota falsa. Ora Elena è corsa ai ripari procurandosi il dispositivo controlla-soldi. Ma lo ha fatto a malincuore, sottolinea, «perché io ci tengo ad avere un buon rapporto con i clienti, ed è antipatico verificare i soldi davanti a loro, ma del resto dopo la brutta esperienza che mi è capitata non avevo scelta». Tanto più che, da allora, non si sono più ripetuti pagamenti farlocchi.
La segnalazione, in ogni caso, è arrivata alle forze dell’ordine attraverso la banca, anche perché a quanto risulta quello dell’edicola di Borgo Punta non sarebbe un caso isolato e tra le vittime ci sarebbe anche una pizzeria della zona. «È importante – conclude Elena – far circolare questa informazione per mettere in guarda anche altri esercenti sul rischio di ricevere soldi falsi».
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