Ferrara, ferrovia interrata. L’opposizione vuole chiarezza e intanto c’è un caso nel Pd
Richiesta di convocare una commissione con i rappresentanti di Rete ferroviaria italiana e Fer sul futuro di via Bonetti e via del Bove. Tutte le minoranze firmano il documento, tranne un consigliere
Ferrara Torna alla carica l’opposizione sul cantiere Fer di via Bologna, per l’interramento dei binari ferroviari, e soprattutto sui disagi vissuti da chi vive nelle aree limitrofe e sulle prospettive di riqualificazione della zona. Negli scorsi giorni, in particolare il Partito Democratico con la consigliera Sara Conforti, erano tornati ad accendere i riflettori sulla vicenda. Diversi cittadini sia di via del Bove che di via Bonetti, che da anni sopportano i disagi ed anche i danni causati dai lavori, hanno lamentato di non essere stati coinvolti in un progetto di riqualificazioni che ad oggi appare ai loro occhi ancora piuttosto fumoso.
Pertanto alla giunta viene richiesta la convocazione della Terza Commissione Consiliare alla presenza del vicesindaco, dei rappresentanti di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi), Ferrovia Emilia Romagna (Fer) e dei comitati di cittadini interessati dai lavori. La convocazione è firmata dai gruppi consiliari Civica Anselmo, La Comune di Ferrara, M5S e naturalmente dal Partito Democratico eccezion fatta per il consigliere Matteo Proto.
Nella nota congiunta, i gruppi consiliari premettono: «L'interramento ferroviario a Ferrara è stato concepito quale opera infrastrutturale di notevole portata per la città, con l'obiettivo strategico di risolvere problematiche viabilistiche consolidate, ottimizzare i collegamenti urbani e potenziare l'accesso al polo ospedaliero con nuove fermate interrate». Vanno però considerate «le inevitabili ripercussioni sul territorio con un impatto dei cantieri concentrato in aree ben specifiche, generando una serie di criticità per le comunità residenti mentre i benefici sono proiettati su cala cittadina. La realtà quotidiana di chi viveva a ridosso dei lavori è stata fortemente compromessa per un lungo periodo di tempo».
A questo si dovrà aggiungere un’inevitabile compensazione urbana: «Le opere complementari prevedono, per le aree limitrofe al cantiere, la realizzazione di percorsi ciclo-pedonali, l'installazione di nuovo verde pubblico e la posa di panchine. La stessa riqualificazione generale, inserita in questo contesto di impegno per le opere complementari, può contribuire a compensare gli impatti subiti attraverso un vero progetto di rigenerazione, costruito anche grazie al dialogo e al coinvolgimento della comunità».
I firmatari ritengono «essenziale che, al termine delle fasi più invasive del cantiere, venga dato pieno seguito alle promesse di riqualificazione delle aree interessate» tramite «un'informativa approfondita e dettagliata sullo stato attuale e sui piani futuri per la riqualificazione urbana». In conclusione viene richiesto all’amministrazione comunale «un’informativa sul progetto di riqualificazione urbana, con particolare riferimento: ai piani per il ripristino del verde pubblico, alla gestione degli spazi ed alle modalità per il coinvolgimento delle rappresentanze dei cittadini. Il tutto per illustrare come gli impatti subiti dai residenti saranno compensati da un vero progetto di rigenerazione urbana».