Macachi trasferiti in Spagna. Unife: «Scelta autonoma. Orgogliosi della nostra ricerca»
L’Ateneo estense replica ai canti di vittoria delle associazioni animaliste: «Agire sotto minaccia non è senza conseguenze, provvederemo a tutelare in ogni sede la sicurezza dei nostri ricercatori»
Ferrara Nessuna resa, bensì una scelta autonoma. E la rivendicazione degli importanti risultati ottenuti con la ricerca, così come della necessità di farlo liberamente, senza agire sotto minaccia. L’Università di Ferrara risponde ai canti di vittoria delle associazioni animaliste per il trasferimento in una struttura di accoglienza in Spagna dei cinque macachi custoditi dal Dipartimento di neuroscienze e riabilitazione. Se le associazioni animaliste parlano di «grande vittoria» e di resa di Unife, l’Ateneo ribadisce che il trasferimento degli animali «è avvenuto in totale autonomia nell’ambito delle normali procedure di stabulazione dopo aver terminato gli studi programmati che hanno portato alla pubblicazione di lavori scientifici su riviste internazionali prestigiose come l’International Journal of Primatology nel 2023».
Unife ritiene «gravemente lesive» le affermazione sul maltrattamento degli stessi macachi, questione sulla quale è ancora aperta un’inchiesta giudiziaria, ma sulla quale l’università è «confortata sia dagli innumerevoli controlli da parte delle autorità competenti che mai hanno constatato irregolarità, sia dal pronunciamento del Ministero della Salute secondo cui i requisiti di stabulazione e mantenimento previsti dalla normativa vigente sono considerati i limiti utili a garantire le condizioni essenziali di benessere degli animali utilizzati a fini scientifici».
Unife «si ritiene profondamente danneggiata dall’atteggiamento insinuante di chi, magari anche animato da senso di pietà, dimentica che la ricerca biomedica sugli animali è stata ed è tutt’ora la strada maestra per acquisire conoscenze fondamentali e per far progredire le terapie necessarie al mantenimento della salute dell’uomo (e degli animali stessi). È profondamente sviante affermare il contrario. La qualità della ricerca scientifica dell’Ateneo ferrarese costituisce motivo di orgoglio ed è sempre condotta seguendo metodi predittivi, moderni ed etici, fortunatamente coordinata da chi la ricerca la sa fare e non da chi si nutre di pseudocultura posticcia. Le scoperte scientifiche ottenute anche grazie alla ricerca biomedica sui primati non umani hanno permesso di disvelare meccanismi e funzioni che oggi consentono nuovi approcci terapeutici a malattie come l’ictus o la sindrome dello spettro autistico. La ricerca è libera e costituzionalmente tutelata e nonostante le ingiurie, il clima di aggressione, l’utilizzo strumentale della giustizia, non abbiamo nessuna intenzione di deviare dal nostro percorso rigoroso e innovativo – rivendica infine Unife –. Non è senza conseguenze, però, il dover agire sotto minaccia e mentre riteniamo vergognoso il cantare vittoria ipotizzando la chiusura di laboratori o linee di ricerca provvederemo, così come già fatto in passato, a tutelare in ogni sede l’onorabilità della nostra istituzione e la sicurezza dei nostri ricercatori».