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La protesta

Macchiati di sangue e in silenzio. A Ferrara il flashmob per la Palestina

Macchiati di sangue e in silenzio. A Ferrara il flashmob per la Palestina

Manifestanti con striscioni e lenzuoli bianchi come sudari, gli stessi che si sono visti sventolare da finestre e balconi. Donne per la Palestina: «Sono i corpi degli oltre 50mila morti di Gaza che il mondo non vuole vedere»

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Ferrara Flashmob con presidio questa mattina in piazza della Cattedrale, dove oltre un centinaio di persone ha risposto all’appello lanciato da Donne per la Palestina. «Inondiamo le piazze di lenzuoli bianchi come sudari – ha scritto l’associazione in una nota –, appendiamoli a finestre e balconi, e arriviamo al numero tragico degli oltre 50mila morti di Gaza. Saranno i corpi che il mondo non vuole vedere». 

Davanti al Duomo sono quindi comparsi striscioni (tra cui “Fermiamo il genocidio” e “Riconosciamo lo Stato di Palestina”), adagiati a terra insieme a vestiti da bambini e diversi manifestanti hanno avvolto il proprio corpo in lenzuoli bianchi – alcuni cosparsi di sangue – come sudari, gli stessi che si sono visti sventolare da alcune finestre della città. Non un microfono, niente slogan o canti come in passate occasioni. Il tutto è stato fatto in rigoroso silenzio: «Di fronte all'orrendo genocidio in corso in Palestina, alla morte per fame programmata dal governo israeliano per 14mila bambini, con migliaia di camion di aiuti bloccati dall'esercito al valico di Rafah – spiega l’associazione Donne per la Palestina – abbiamo deciso come donne, come esseri umani, di denunciare, protestare, scendere in piazza, insieme a tante e tanti nel nostro Paese. In silenzio, mostrando i sudari macchiati di rosso e i vestitini dei bambini per ricordare al nostro Governo, alla nostra società che quei 14mila sono anche figli nostri».