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Ferrara, lavoratori di Lidl in sciopero: «L’azienda fa utili, per noi nulla»

Gioele Caccia
Ferrara, lavoratori di Lidl in sciopero: «L’azienda fa utili, per noi nulla»

Il presidio davanti al supermercato di via Oroboni: «Briciole nell’integrativo, contratti part-time ma solo di nome»

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Ferrara C’erano le bandiere colorate dei sindacati, ieri mattina, davanti al supermercato Lidl di via Oroboni. Ma c’era anche a un presidio di una quarantina di lavoratori giunti dai comuni della provincia dove la catena della grande distribuzione è presente con i suoi punti vendita. Un sit-in organizzato nella fascia oraria dalle 10 alle 12 nella giornata di sciopero nazionale proclamato dalle federazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil per protestare contro la linea della multinazionale che al tavolo sul contratto integrativo si è mostrata poco incline ad accogliere le richieste dei lavoratori.

«La società non è in crisi, anzi sta vivendo un periodo di crescita e di sviluppo, con utili che negli ultimi 5 anni hanno ampiamente superato il miliardo di euro, ma non è disposta a riconoscere ai dipendenti buona parte delle legittime richieste fatte da chi sta contribuendo ai buoni risultati conseguiti dall’azienda», ha dichiarato Andrea Martelli, della segreteria Fisascat Cisl.

Fabiana Iannuzzelli, delegata della Rappresentanza sindacale aziendale della Filcams Cgil, è entrata nel dettaglio delle rivendicazioni: un ventaglio formato da buoni pasto, aumento del salario fisso e aumento del salario variabile. «La risposta di Lidl ci ha profondamente deluso: 100 euro in busta una tantum e buoni regalo da spendere nei supermercati Lidl con un valore da 150 a 300 euro», ha proseguito Fabiana Iannuzzelli. Questi i contenuti più importanti per l’aspetto economico.

«In realtà il sindacato ha chiesto alla controparte anche interventi sul fronte dell’orario di lavoro e sui turni – hanno aggiunto Martelli e Iannuzzelli, insieme a Valbona Ndreu, della Uiltucs Uil, Alessandra Gaiardi, Giovanna Carta e Maria Lisa Cavallini, della Filcams Cgil – Nei supermercati di Ferrara, Codigoro, Poggio Renatico, Cento e Copparo lavorano decine di dipendenti, molti dei quali inquadrati con contratti part-time da 25 ore a settimana ma di ore ne fanno di più. Se chiedi poi di passare ad un orario maggiore, ad esempio 30 ore, le condizioni diventano peggiorative e ti ritrovi con turni fissi tutti i sabati e le domeniche in chiusura. Per evitare di pagarti lo straordinario festivo, poi, usano i turni in modo da non farti raggiungere il monte orario durante la settimana».

Insomma, l’Italia è uno dei Paesi dove il lavoro viene retribuito con salari particolarmente bassi, è noto, ma anche quando le cose in azienda vanno bene per i lavoratori ci sono solo le briciole, lamentano i dipendenti della multinazionale tedesca.

Per i dipendenti di Lidl, che per il 75% sono inquadrati con contratti part-time, sottolineano i sindacati, i carichi di lavoro oggi sono molto pesanti e l’impegno supplementare richiesto alle maestranze non viene adeguatamente retribuito.

Le tre organizzazioni sindacali presenti ieri nel presidio hanno ribadito in un comunicato che «i lavoratori di Lidl sono i protagonisti principali dei risultati raggiunti dall’azienda e meritano la redistribuzione degli utili accumulati ogni anno».

In molti esercizi presenti in provincia l’adesione allo sciopero, spiegavano ieri i lavoratori, ha raggiunto quote vicine al 100%

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