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Grano duro, annata ingarbugliata. Ritardi di semine e ristagno idrico

Andrea Tebaldi
Grano duro, annata ingarbugliata. Ritardi di semine e ristagno idrico

I bacini produttivi del centro nord in sofferenza. E sui prezzi: «L’attuale tendenza li vede al ribasso», dice il presidente del settore cerealicolo di Confagricoltura Ferrara

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Ferrara È un quadro complesso e ingarbugliato quello che si trovano di fronte i produttori di grano duro emiliano-romagnoli, specie dopo le intemperie climatiche dell’autunno scorso e di un inverno piuttosto piovoso, tra ritardi delle semine e ristagno idrico. «Difficile fare stime ora attendibili sulla raccolta: pare che il grano si sia ripreso ma potrebbe essere anche solo un’apparenza. Verificheremo in seguito, quando entreremo più da vicino nel ciclo di maturazione della spiga», si limita a precisare Claudio Mesini, presidente del Settore Cerealicolo di Confagricoltura Ferrara, nel commentare quanto delineato in una recente convention nazionale. Nel corso di questo incontro s’è confermato che «la produzione nazionale di grano duro stimata per l’annata agraria 2024-2025 è in aumento del 20%, e rispetto alla media dell’ultimo quinquennio essa ha avuto un incremento di circa il 12% e a cui si collega il +9,5% delle superfici coltivate. Quest’ultima – afferma Mesini – una spinta dovuta in gran parte ad alcune regioni del Sud Italia».

Resta il fatto che a risentirne più di tutti sono stati i bacini produttivi del Centro Nord, condizionati in particolare nella pura gestione della parte agronomica. In un contesto regionale che vede in diminuzione le superfici coltivate da un’annata all’altra. L’incertezza regna sovrana non solo sulle rese e sulla qualità del prodotto, ma pure sulla quotazione dei prezzi. «L’attuale tendenza li vede al ribasso – prosegue l’imprenditore argentano – né si prospetta nell’immediato un’inversione e questo non agevola l’eventuale rientro in questa coltivazione di chi l’abbia temporaneamente accantonata, considerando l’incremento dei costi gestionali. Ci sono fattori geopolitici che lo influenzano, ormai il grano è una coltivazione a copertura globale, certo è che gli indicatori principali ne farebbero intravvedere, viceversa, un incremento delle quotazioni».

In debito conto infatti le stime, in leggero calo, sui raccolti mondiali gravante sul Nord e Centro America (Stati Uniti -9%, Canada -7% ma soprattutto il Messico con un -78%) non totalmente coperti tuttavia dalle maggiori produzioni previste nell’Ue (+10%) e Nord Africa (+15%) facendo presente che i valori stimati delle scorte mondiali restano tuttora al di sotto rispetto agli anni precedenti.