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L’incontro

Landini a Copparo: «Cinque sì ai referendum. Il lavoro torni tra le priorità»

Franco Corli
Landini a Copparo: «Cinque sì ai referendum. Il lavoro torni tra le priorità»

In un teatro De Micheli gremito per la campagna anti-astensione, il leader della Cgil lancia l’appello al voto

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Copparo La Cgil scende in campo con forza anche a Copparo per invitare a votare “sì” nei cinque quesiti referendari su cui si voterà domenica 8 e lunedì 9 giugno.

Lo ha fatto ieri mettendo in campo un asso da novanta, ovvero il segretario generale Maurizio Landini, in un teatro De Micheli gremito di simpatizzanti, lavoratori e cittadini provenienti un po’ da tutta la provincia, nel corso di un incontro che è stato introdotto da Veronica Tagliati, segretaria generale della Cgil di Ferrara. Dopo il saluto del sindaco di Copparo Fabrizio Pagnoni, si è svolta l’intervista a Landini condotta dal giornalista Marco Zavagli. «Si voti “sì” per un lavoro più tutelato, dignitoso, stabile e sicuro», questo in sintesi il messaggio che arriva dalla Cgil, nell’iniziativa significativamente intitolata “Essere comunità contro l’individualismo”. Copparo, quindi, resta sempre in prima linea sul fronte del lavoro, dopo i giorni caldissimi della dura vertenza della Berco.

Nel suo intervento Landini ha posto proprio in primo piano il tema del «precariato abnorme», come lo ha definito, ma anche i troppi morti sul lavoro, nel fare appello all’importanza di recarsi alle urne con l’obiettivo esplicito di raggiungere il quorum nel voto referendario e stimolando i militanti, in questi ultimi giorni, a stringere le fila contro l’astensionismo. «Occorre votare “sì” – ha detto il segretario generale della Cgil – perché il referendum è lo strumento più efficace che ha un cittadino per modificare leggi ingiuste come quelle che nel corso degli ultimi 25 anni hanno modificato norme come l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Causando un continuo calo dei potere d’acquisto dei salari, l’espansione di appalti e subappalti, la diffusione della finte cooperative. In cui si può fare uno stesso lavoro, ma con salari più bassi e distinguendo tra lavoratori e lavoratori. La tutela del lavoro dignitoso e le spese per la sanità, e non il riarmo, tornino tra le priorità – ha sottolineato Landini tra gli applausi –. In Italia ci sono morti sul lavoro più che in altri paesi europei. Votare “sì” è per qualcosa, non per qualcuno. L’impresa che subappalta ritorni responsabile di quanto accade».

Per quanto concerne il quesito sulla cittadinanza per gli stranieri, secondo Landini «si deve tornare alla legge del 1992, quando bastavano cinque anni per ottenerla, come in altri paesi europei, per chi lavora da tempo qui: magari è nato in Italia e paga le tasse, con le attuali leggi e la Bossi-Fini dieci anni sono troppi: e spesso diventano di più. E non si creda alle cose false sulla cosiddetta invasione di stranieri: ora sono più i giovani italiani che lasciano il nostro paese per gli stipendi troppo bassi, a causa di leggi fatte da governi di ogni colore politico, che hanno causato precarietà. Ma ripeto – ha aggiunto Landini –, il lavoro dignitoso in sicurezza e la solidarietà siano il tema. È un vantaggio anche delle imprese, per fare investimenti. Ma è nato in Occidente un neocapitalismo che fa nell’80% dei casi speculazione finanziaria e non innovazione. Lo ha fatto la Cina, costruisce auto elettriche che costano la metà di quelle europee: e ora ci sono pure i dazi di Trump», ha detto Landini ricordando anche il dramma di Gaza e le altre guerre in corso.