Mafia nigeriana a Ferrara: è la fine. Rigettati i ricorsi e condanne confermate
La Corte di Cassazione ha reso definitive le 13 condanne per gli altrettanti imputati appartenenti al “cult” Vikings/Arobaga, divenuto il clan dominante a Ferrara e che aveva il predominio dello spaccio in zona Gad. Aggravante della transnazionalità annullata
Ferrara È la parola fine, dal punto vista giudiziario almeno, sulla mafia nigeriana a Ferrara. La Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi presentati dalle difese e reso definitive le tredici condanne per gli altrettanti imputati appartenenti al “cult” Vikings/Arobaga, divenuto il clan dominante a Ferrara e che aveva il predominio dello spaccio in zona Gad. La Corte ha però annullato l’applicazione dell’aggravante della transnazionalità dell’organizzazione mafiosa. Diventa dunque definitivo anche dal punto di vista giuridico il carattere mafioso dell’associazione, in grado di esercitare controllo sul territorio e di farlo adoperando la violenza, assoggettando prevalentemente i connazionali anche con riti di iniziazione e l’uso di codici, adoperando il potere dell’intimidazione e imponendo l’omertà.
La decisione è arrivata nel primo pomeriggio di oggi (martedì 27 maggio), dopo la discussione delle parti. Il procuratore generale e il Comune di Ferrara – parte civile, assistito dall’avvocato Giacomo Forlani – avevano concluso per il rigetto dei ricorsi. Confermata la condanna a Emmanuel Okenwa, considerato il vertice del clan Vikings/Arobaga a Ferrara, nonché uno dei componenti più importanti a livello nazionale del sodalizio criminale dedito soprattutto allo spaccio di stupefacenti, ma attivo anche nella gestione della prostituzione. Okenwa, noto anche come Dj Boogye (O Bugi) aveva visto la propria pena ridursi dai 22 anni del primo grado ai 13 anni, 3 mesi e 20 giorni della Corte d’appello. Emmanuel Albert, altro componente di spicco ad aver presentato ricorso per Cassazione, era stato condannato a 20 anni, ridotti in appello a 12 anni, 3 mesi e 20 giorni. Condanne confermate anche per altri componenti noti a Ferrara da molto tempo ormai: Junior Musa, Felix Tuesday, Henry Arehobor (detto Threeman), Igbinosa Irabor e Glory Egbogun (detto Omomo) e Luky Odianose Anthony (Ubeba), soggetti di medio livello e soprattutto autori dell’agguato con machete in via Olimpia Morata ai danni di uno dei capi del clan divenuto rivale – Stephen Oboh degli Eiye – che di fatto ha dato avvio all’indagine “Signal” della Squadra mobile, della Procura estense e poi della Direzione distrettuale antimafia di Bologna sulla presenza di un’organizzazione criminale con caratteristiche mafiose a Ferrara. Condanne confermate anche per Shaka Abubakar, Kinglsy Okoase, Stanley Onuoha, Gbidy Trinity e Godspower Okoduwa. Jacob Chedjou, Igene Joel e per Jonah Omon erano invece stati assolti in appello.
Due le parti civili: il Comune di Ferrara e una donna vittima di un episodio di estorsione, considerato un “reato spia” caratterizzante i gruppi mafiosi. Questa era la seconda volta che la Cassazione era chiamata a decidere – anche se per questioni legate solo alla legittimità della sentenza d’appello, quindi non nel merito – sulla mafia nigeriana a Ferrara. Nel 2023 aveva infatti già esaminato e considerato inammissibile il ricorso presentato da cinque imputati che vennero giudicati con il rito abbreviato a Bologna, sempre in riferimento all’attività del gruppo a Ferrara. In quell’occasione, la Corte aveva comunque ritenuto sufficientemente motivate le parti della sentenza che riguardavano proprio la mafiosità dell’organizzazione criminale,
I Vikings/Arobaga sono un gruppo che, d’altronde, è ormai ritenuto in maniera piuttosto consolidata nella giurisprudenza della stessa Cassazione e in quella delle corti territoriali come un gruppo mafioso operante in passato, ad esempio, anche all’interno di una famosa e problematica struttura di accoglimento per i richiedenti asilo, il Cara di Mineo, in Sicilia. A Roma erano presenti anche l’assessora comunale alla Sicurezza Cristina Coletti e il suo predecessore Nicola Lodi.