Annegò in una “buca” a Lido Estensi: assoluzioni e due rinvii a giudizio
Le decisioni del giudice sul caso del turista Mirko Balzanelli
Lido Estensi Tre assoluzioni con il rito abbreviato, due sentenze di non luogo a procedere e, infine, due rinvii a giudizio. È questo l’esito dell’udienza preliminare del processo per la morte di Mirko Balzanelli, il turista 35enne di Bovolone (Verona) annegato dopo essere inavvertitamente finito in una buca a Lido Estensi, il 20 agosto del 2020. Balzanelli, nel pomeriggio di quel giorno, entrò in acqua, nel tratto tra il Bagno Oro e il Playa Loca, i bagnini lo videro annaspare tra le onde e poi sparire: venne ritrovato privo di vita dopo quattro ore di ricerche. Il giudice Andrea Migliorelli ha assolto ieri mattina i tre imputati che avevano scelto la strada del rito abbreviato: due guardacoste (difesi dagli avvocati Renzo Oppi e Monica Pedriali) la cui imbarcazione avrebbe colpito il corpo di Balzanelli con l’elica durante le operazioni di ricerca in mare, e il responsabile di zona della società che aveva in gestione il servizio di salvataggio nell’area (difeso dagli avvocati Sara Bruno e Federico Carlini).Il pubblico ministero Andrea Maggioni aveva chiesto l’assoluzione dei due uomini della Capitaneria di porto e la condanna del responsabile di zona, al quale la procura imputava la mancata predisposizione di un’adeguata segnaletica di pericolo. A fronte delle quattro richieste di rinvio a giudizio per due bagnini in servizio quel giorno e per due responsabili della cooperativa di salvataggio, il giudice dell’udienza preliminare ha deciso per il non luogo a procedere per i due bagnini, mentre andranno a giudizio il responsabile organizzativo del servizio di salvamento e il suo delegato per la zona dei Lidi. Per loro la prima udienza dibattimentale è fissata per il 6 ottobre davanti al giudice Giuseppe Palasciano.
Fra le condotte loro contestate, e considerate connesse alla tragica morte del turista veronese, ci sono anche quelle di aver omesso di segnalare all’autorità gli interventi di soccorso effettuati nel tempo in quel tratto di mare pericoloso, poi nel non aver adeguatamente segnalato il pericolo (ad esempio non aver issato la bandiera rossa o non aver posizionato delle apposite boe) e nel non essere stati presenti in loco per sovrintendere alle operazioni di salvamento. Quel tratto di mare era infatti noto per la formazione improvvisa di "buche" che mettevano la sicurezza dei bagnanti a rischio e che quindi avrebbe meritato maggiori attenzioni e cautele. La Procura aveva inizialmente indagato anche i vigili del fuoco intervenuti nelle operazioni di ricerca, ma la loro posizione era stata subito archiviata.