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La tragedia

Incidente mortale sul lavoro a Lido Nazioni, chi era Agostino Scavo

Katia Romagnoli
Incidente mortale sul lavoro a Lido Nazioni, chi era Agostino Scavo

L’uomo di 71 anni è caduto dall’impalcatura e ha perso la vita: da chiarire le cause. A detta della impresa avrebbe dovuto solo aprire il cancello ad altri operai

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Lido Nazioni Scivola dal tetto, da una altezza di circa 6 metri e mezzo e cade sulla pedana di camminamento dell’impalcatura, senza più riprendersi. Ha perso la vita così, martedì 27 maggio attorno alle 13.45, al Lido Nazioni, Agostino Scavo, pensionato di 71 anni, nativo di Termini Imerese (Pa), ma da tempo residente al Lido Nazioni.

L’uomo è morto sul lavoro ma la situazione appare molto ingarbugliata. A quanto pare, in accordo con il titolare di una impresa edile locale, avrebbe dovuto limitarsi ad aprire il cancello agli operai di una seconda impresa, i quali, a loro volta avevano l’incarico di scaricare materiale edile, nell’area cortiliva dell’abitazione in cui si è verificato il tragico infortunio. Per ragioni ancora ignote anche al titolare dell’impresa edile, Scavo, in attesa dell’arrivo del materiale, è salito sul ponteggio allestito a ridosso di una delle pareti esterne ad una abitazione, situata in viale Stati Uniti d’America 39 (angolo via Paraguay). Una volta raggiunto il tetto, qualcosa è andato storto: forse un malore grave o un giramento di testa, fatto sta che l’uomo è scivolato o rotolato dal tetto sino al primo piano del ponteggio, perdendo conoscenza.

I soccorsi

Alcuni passanti, dopo aver avvertito un tonfo, hanno notato il corpo immobile, esanime dell’uomo, lanciando l’allarme. Sul posto sono giunti l’ambulanza e l’automedica dell’ospedale del Delta e una squadra di vigili del fuoco del distaccamento di Codigoro, ma, come avviene in tutte le circostanze dovute a caduta dall’alto, la centrale operativa Emilia Est del 118 ha mobilitato anche l’eliambulanza di Ravenna. I vigili del fuoco ed i sanitari sono saliti assieme sul ponteggio e, una volta giunti, hanno constatato che Scavo era già in arresto cardiaco.

Il 71enne è stato trasferito su una barella spinale dai vigili del fuoco e, una volta imbragato, con manovre specialistiche, i pompieri lo hanno calato a terra. Le manovre di rianimazione cardiopolmonare sono proseguite a lungo, per quasi un’ora, ma il cuore del pensionato, purtroppo, non ha più ripreso a pulsare. Sul posto sono intervenuti, dapprima una pattuglia dei carabinieri, coordinata dal comandante della stazione di Porto Garibaldi, maresciallo Fabio Bruno e, subito dopo, una seconda pattuglia con a capo la comandante della compagnia carabinieri di Comacchio, capitano Lucilla Esposito. Attorno alle 15, il medico in servizio a bordo dell’automedica, ha proceduto al triste rito della constatazione del decesso, mentre l’eliambulanza aveva già ripreso il volo, destinata ad altri interventi. Straziante l’abbraccio tra la compagna di vita di Agostino Scavo ed il comandante della stazione carabinieri di Porto Garibaldi.

Solo verso sera la salma del pensionato, dopo l’intervento dei funzionari dello Spisal (Medicina del Lavoro), è stata rimossa e trasferita, su disposizione del magistrato di turno, all’istituto di Medicina legale dell’ospedale Sant’Anna di Ferrara. Si attendono, nei prossimi giorni, risposte dagli esami autoptici circa le cause precise della morte. Le indagini sono nelle mani dell’ispettorato del Lavoro dell’azienda Ausl di Ferrara che, in collaborazione con i carabinieri, dovrà far luce sulla vicenda.

Come appurato sul posto, Agostino Scavo non presentava ferite, escoriazioni riconducibili a caduta traumatica. Per effetto dello scivolamento o del rotolamento dalla base spiovente del tetto, il suo corpo era finito sulla sommità del ponteggio, fatto che ha attutito le conseguenze di una caduta dall’alto. Sul posto i carabinieri hanno raccolto anche le sommarie informazioni spontanee del titolare dell’impresa edile con cui Scavo aveva concordato di aprire il cancello della abitazione, in attesa dell’arrivo di rulli di carta catramata. Il materiale sarebbe stato impiegato per lavori di coibentazione del tetto. L’abitazione in cui si è consumata la tragedia risulta di proprietà di una associazione non a scopo di lucro di Modena. 

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