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Cento, insulti via chat a Riccardo Manservisi. Imprenditore deve risarcire

Cento, insulti via chat a Riccardo Manservisi. Imprenditore deve risarcire<br type="_moz" />

Condanna per due vocali inviati al direttore artistico del Carnevale d'Europa. Ha pagato quasi 4mila euro

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Cento Gli sono costati una condanna davanti ai Giudice Pace i due vocali nei quali insultava il direttore artistico di Cento Carnevale d’Europa Riccardo Manservisi. Un noto imprenditore centese ha dovuto anche risarcire la parte offesa per il danno subito e pagare le spese legali per una somma complessiva di poco inferiore ai 4mila euro.

Lo ha sancito una recente pronuncia del Giudice di Pace di Ferrara che ha riconosciuto a Riccardo Manservisi il risarcimento dei danni non patrimoniali patiti per le offese contenute nei messaggi vocali via chat inviati da parte dell’imprenditore centese. Quest’ultimo aveva infatti mandato a breve distanza l’uno dall’altro, due messaggi audio contenenti ingiurie allo stesso Riccardo Manservisi che, proprio alla luce della gravità delle offese e alla invasività e alla “immanenza” del mezzo utilizzato (ossia i messaggi audio telefonici) aveva deciso di rivolgersi alla magistratura per ottenere, soprattutto e oltre al risarcimento del danno, la declaratoria dell’illegittimità di una condotta ritenuta grave. Il giudizio si è – pertanto – concluso con la dichiarazione di responsabilità e con la condanna a un risarcimento del danno e delle spese legali. Soddisfazione è stata espressa dal direttore artistico: «Sono felice per la sentenza favorevole che si aggiunge a molte altre negli scorsi anni – ha detto Manservisi – che testimonia ancora una volta della correttezza dell’operato mio e della mia famiglia nonché dell’azienda che rappresento, la quale da oltre 50 anni è sinonimo di serietà, integrità, e buon senso civile».

Aggiunge l’avvocato Giacomo Diegoli che ha assistito Manservisi nella vicenda: «Al di là dell’importo liquidato, comunque sensibile in relazione alla portata della condotta, ossia due messaggi vocali della durata di pochi secondi, ciò che ha rilevanza è che, come statuito dal Giudice, il risentimento anche derivato da buona fede discendente da precedenti rapporti amicali, non possano mai superare certi toni e sconfinare in illeciti civilistici. Inoltre, il Giudice di Pace ha ritenuto rilevante l’aspetto invasivo e reiterato dei messaggi vocali, quale elemento caratterizzante una maggiore gravità della condotta perpetrata in danno del mio assistito». L’imprenditore ha spontaneamente adempiuto agli obblighi della sentenza che, a oggi, è divenuta definitiva non essendo stato proposto alcun appello».

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