La Nuova Ferrara

Ferrara

La storia

Lo stadio di Comacchio intitolato al grande Hilderaldo Luiz Bellini

Annarita Bova
Lo stadio di Comacchio intitolato al grande Hilderaldo Luiz Bellini

Il calciatore fu due volte campione del mondo con il Brasile nel 1958 e nel ’62. Il padre era pescatore comacchiese

3 MINUTI DI LETTURA





Comacchio Lo stadio Raibosola di Comacchio diventerà "Hilderaldo Luiz Bellini", a ricordo di un grande calciatore figlio di questa terra, la cui famiglia emigro in Brasile. Figlio di Erminio Bellini, nato a Comacchio il 4 settembre 1892 ed emigrato in Brasile da neonato assieme alla famiglia guidata dal padre Gaetano, pescatore comacchiese nato il 14 gennaio 1853, Hilderaldo Luiz Bellini fu un calciatore brasiliano, due volte campione mondiale con il Brasile, nel 1958 e nel ’62. Nonché primo capitano verdeoro ad alzare la Coppa Rimet e compagno di squadra del leggendario Pelé. Nell’immaginario collettivo Bellini è tutt’oggi considerato l’involontario inventore del gesto di sollevare un trofeo al fine di festeggiare una vittoria: durante la premiazione della finale del Mondiale di Svezia giocato nel 1958, nell’intento di mostrarla meglio ai fotografi, sollevò da capitano la Coppa Rimet sopra la sua testa. E il suo gesto divenne l’iconica immagine naturale della vittoria sportiva, immortalata per sempre dalla statua eretta in suo nome a Rio de Janeiro, davanti allo stadio Maracanà. Nato il 7 giugno 1930 ad Itapira, nello Stato di San Paolo, da genitori italiani (Erminio Bellini, nato come detto a Comacchio, e Carolina Levati), Bellini crebbe calcisticamente nella Itapirense, la squadra della sua città natale, mettendosi in luce come difensore centrale dalla tecnica non sopraffina ma dal sicuro affidamento, di carattere duro ma sempre corretto. Nel 1949 passò alla Sao Joanense, dove rimase due stagioni, per poi trasferirsi nel 1951 al Vasco da Gama, uno dei più importanti club del Brasile, affermandosi progressivamente un calciatore di livello nazionale. Nel 1957 si registrò la prima convocazione di Bellini nella Nazionale brasiliana, della quale divenne ben presto capitano e con la quale fu selezionato per i Mondiali del 1958 in Svezia, del 1962 in Cile e del 1966 in Inghilterra. Con la fascia al braccio Bellini sollevò il trofeo nel 1958, a seguito della vittoria per 5-2 in finale contro i padroni di casa svedesi. Passò così alla storia come il primo capitano del Brasile ad alzare la Coppa Rimet, riscattando così la ferita nazionale mai dimenticata del cosiddetto "Maracanazo" del 1950 (quando il Brasile fallì clamorosamente l’opportunità di vincere il titolo al Maracanà contro l’Uruguay). Bellini fu nella rosa del Brasile vincitore anche nella successiva edizione dei Mondiali, quella del 1962 in Cile. Compagno di squadra di Pelé, ma anche di altri campioni come Garrincha, Vavà, Didì, Amarildo, Gilmar e Djalma Santos, solo per citarne alcuni, Bellini venne da tutti riconosciuto come un calciatore iconico, emblema dei leader silenziosi e carismatici. E, secondo la leggenda, fu proprio lui durante il Mondiale 1958 a suggerire al commissario tecnico Vicente Feola di puntare su giovani come l’allora 17enne "O Rei" Pelé, oltre ad altri fenomeni del calibro di Zito e Garrincha. In totale collezionò 51 presenze con la Seleçao, fino al 1966. Nelle squadre di club Bellini militò anche con San Paolo e Atletico Paranaense. Bellini morì il 20 marzo 2014 a San Paolo, pochi mesi prima della disputa dei Mondiali di calcio in Brasile. Fondamentale, al fine di dare impulso alla scoperta della diretta discendenza comacchiese di Bellini, un personaggio dalla prestigiosa levatura internazionale sotto il profilo calcistico, tale da conferire lustro e prestigio alla città di Comacchio e del suo stadio, si sono rivelate le ricerche storiche effettuate dai fratelli comacchiesi Enzo ed Angelino Bertarelli, che hanno contattato l’amministrazione di Itapira (Brasile), il luogo di nascita dello storico capitano, oltre all’impegno del gruppo di soci comacchiesi del Fai. Un personaggio indubbiamente molto illustre.